Le vagonate di quattrini investite da Google nel suo browser Chrome cominciano a far sentire il loro effetto: WebKit , il layout engine open source inizialmente sviluppato da Apple e adottato da Chrome e Safari, cresce in popolarità e insidia il market share di Internet Explorer e soprattutto di Mozilla Firefox – browser basato sull’engine “concorrente” – ancorché sempre open source – Gecko .
Le ultime statistiche restituite da StatCounter vedono Microsoft Internet Explorer (basato sull’engine proprietario Trident ) guidare la classifica di browser più usati con il 43,87% di market share (era il 52% lo scorso luglio), seguito da Mozilla Firefox con il 29,29% (30,69% a luglio 2010), da Google Chrome con il 19,36% (da 9,88%) e Apple Safari con il 4,09% (da 5,01%).
Se Internet Explorer continua il suo apparentemente inarrestabile declino e Firefox riesce apparentemente a tenere i livelli di popolarità conquistati in questi anni, di particolare rilevanza risulta la crescita della base utenza che decide di adottare Chrome come il suo browser principale. Qualora il trend fosse confermato anche in futuro, l’engine WebKit (Chrome+Safari) finirebbe per surclassare Firefox in tempi non molto lunghi per poi arrivare a dominare il mercato sul medio-lungo periodo .
A cosa va ascritto un interesse così prorompente per il browser di Mountain View? Le qualità di WebKit e del motore JavaScript integrato in Chrome (V8) ci mettono sicuramente lo zampino, ma un’importanza non certo secondaria l’ha avuto l’ingente investimento in denaro sonante che Google ha veicolato nella promozione di quello che è molto più di un “semplice” browser web: l’ effetto Lady Gaga vale tanto quanto gli standard “aperti” e l’importanza delle tecnologie native del web come HTML5, Canvas e CSS.
Alfonso Maruccia