WebTheatre/ Quando le star rovinano una serie

WebTheatre/ Quando le star rovinano una serie

di Gabriele Niola - Quanto contano i canali di distribuzione per una webserie? Quanto contano gli agganci televisivi e cinematografici? E i premi di settore?
di Gabriele Niola - Quanto contano i canali di distribuzione per una webserie? Quanto contano gli agganci televisivi e cinematografici? E i premi di settore?

Siamo abituati a concepire la rete come il regno dell’indipendenza ma non è esattamente così. Almeno non per le webserie. A dimostrarlo sono le nomination degli Streamys , gli oscar del video in rete, manifestazione che al pari degli Academy Awards è una celebrazione statunitense delle produzioni statunitensi (con tanto di categoria “Miglior serie straniera” comprendente quelle canadesi!), e che in un attimo si è imposta come il premio principale della categoria grazie ad importanti sponsorizzazioni. Quest’anno più che mai hanno avuto fortuna le serie ospitate da grossi siti di distribuzione a discapito di altri esperimenti (spesso migliori) lanciati in totale indipendenza. A fare da esempio sono due webserie, una ben rappresentata e una per nulla a fronte di un gran lavoro in materia: Wainy Days e Scotty Got An Office Job .

wainy days La prima è una serie comica ospitata da MyDamnChannel , arrivata alla sua terza stagione e dunque dotata di un buon successo. Fondata su comicità verbale e su un’inventiva più originale del solito si centra tutta sulle disavventure di David Wain (regista, autore e attore sia televisivo che cinematografico), un newyorchese in cerca di una donna. La serie è candidata a 3 premi (miglior serie comica, miglior sceneggiatura, migliori interprete maschile) e, nonostante una qualità come già detto superiore alla media e frutto anche della competenza maturata nel mercato professionale dal suo autore tuttofare, non è migliore di molti altri prodotti indipendenti.
Ma non è tanto sull’opportunità o meno delle scelte effettuate dalla giuria il punto, quanto sulla capacità di tale serie di attirare il pubblico con la promessa di un intrattenimento derivato da altri media. David Wain riesce ad avere nella sua serie personaggi del cinema e della televisione che fanno piccole comparsate, amici che danno una mano, la cosa gli dà di certo successo e visibilità ma opera allo stesso tempo uno slittamento continuo tra i ritmi, i tempi e i volti del web a quelli di televisione e cinema.

Se di produzione audiovisuale parliamo allora ciò che si vede e si sente è importante tanto quanto come si guarda e cosa si ascolta. Girare una webserie non può essere come girare una produzione più onerosa e così, nel tempo, audio leggermente più scadente e immagini magari bellissime ma meno patinate sono diventati lo standard e il marchio di prodotti in certi casi anche meravigliosi. Non solo, anche i volti non sono quelli delle produzioni di serie A, non sono attori noti, o proprio non sono attori in alcuni casi, non subiscono un rigido processo di selezione, spesso sono gli stessi creatori, non hanno fisici perfetti, spesso non sono in parte ma tutto questo non sempre è un difetto. Nei casi migliori una webserie prende tutto il materiale che ha e lo mette a frutto, lo utilizza espressivamente. Non sceglie le maestranze in base a ciò che vuole raccontare ma racconta in base a quello che ha.
Se dunque in qualche senso la produzione online è diversa da cinema e tv non è certo nel linguaggio (che potrà mutare ed evolversi ma sempre da quelle parti siamo) quanto nei volti, nei luoghi, nelle parole dette, nei rumori ascoltati, nella musica selezionata e via dicendo. Tutte componenti magari molto curate ma sicuramente diverse dalla dimensione professionale, studiata e maniacalmente elaborata dall’industria. Non è questione di sostenere i piccoli contro i grandi quanto di capire quale sia lo specifico di produzioni come quelle della rete che già nei temi trattati abbassano lo sguardo verso il micro.

Per questo a Wainy Days, serie molto carina e plurinominata, si deve contrapporre Scotty Got An Office Job, serie stralunata senza una trama precisa che nel tempo si è incrociata con la vita del suo autore e unico attore. Scotty, lo raccontammo già tempo fa , dopo anni di lavoro freelance aveva ottenuto un impiego in ufficio (anche se non si sa bene cosa facesse) e per una stagione e mezza ha realizzato video nei quali si divertiva alle spalle dei propri colleghi, mostrando (al pubblico) di avere un mondo interiore creativo e inventivo, tarpato dal lavoro d’ufficio. Questa dimensione che ognuno (a torto o a ragione) sente d’avere dentro trovava però sfogo online.
Nella seconda stagione Scotty è stato beccato , qualcuno girando online si è imbattuto nelle sue produzioni, ha fatto la spia e Scotty è stato licenziato. Tutto è stato raccontato con dovizia nei vari episodi della stagione. La trama era la vita vera di Scotty che per andare dietro alla sua passione e a quello che vuole fare ha perso quel posto fisso che aveva tanto anelato. In aiuto gli è però arrivata una società australiana che si occupa di video online e così Scotty Got An Office Job è diventato Scotty Got An Aussie Job per la terza serie, ambientata in Australia dove il protagonista ora lavora.
Scotty ha fatto molta campagna per avere una nomination agli Streamys, cosa che non solo avrebbe meritato (nessuno come lui ha saputo andare al cuore di questo mezzo espressivo mettendo in scena se stesso e contemporaneamente tutti coloro che lo guardano) ma che gli avrebbe fruttato un netto salto di qualità. Neanche a dirlo Scotty non è stato nominato, le nomination le fanno i voti degli utenti e stando fuori dal giro dei grossi siti ha meno fan e quindi ha ricevuto meno voti.

Scotty Got An Office Job Dunque più che essere effettivamente la cartina tornasole delle cose migliori arrivate in rete nell’ultimo anno (come per gli Oscar di solito il meglio rimane fuori) gli Streamys sono un ottimo metro per capire cosa e chi ha successo e come questo successo possa avere delle conseguenze nel sistema di distribuzione. Le serie nominate sono infatti in linea di massima quelle di cui si è parlato di più, quelle i cui creatori hanno lavorato anche e soprattutto fuori dalla rete per tenere viva la memoria della propria produzione e che sono riuscite anche a fare baccano per i sistemi di profitto scovati.
Se, come è, si parla di una forma di intrattenimento commerciale, allora anche il modo in cui si ottiene e si massimizza il ritorno economico non solo ha un merito ma deve essere veicolata in modo da far fare a tutta l’industria un passo in avanti. Ecco perché forse più importante degli Streamys c’è solo il percorso e la fortuna di chi li vincerà. Scotty dovrebbe imparare da David Wain non come fare una serie ma come trarne profitto.

SCOTTY GOT AN OFFICE JOB – STAGIONE 2 EPISODIO 1

SCOTTY GOT AN OFFICE JOB – STAGIONE 3 EPISODIO 1

SCOTTY GOT AN OFFICE JOB – STAGIONE 3 RIASSUNTO DELLA SITUAZIONE

WAINY DAYS – STAGIONE 1 EPISODIO 1

Gabriele Niola
Il blog di G.N.

I precedenti scenari di G.N. sono disponibili a questo indirizzo

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Pubblicato il
4 mar 2010
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