Wi-fi anche nelle periferie romane

Wi-fi anche nelle periferie romane

Ci sta arrivando uno dei pionieri del wireless nella capitale: mentre il Comune pensa ai parchi, Ydea pensa alle aree meno centrali, dove broad band e ultimo miglio non sono ancora a portata di mano
Ci sta arrivando uno dei pionieri del wireless nella capitale: mentre il Comune pensa ai parchi, Ydea pensa alle aree meno centrali, dove broad band e ultimo miglio non sono ancora a portata di mano


Roma – L’Ydea è già realtà. In attesa del progetto del Comune di Roma sul wi-fi nei parchi è già possibile collegarsi dalla Capitale senza cavi e in questi giorni lo ha voluto ribadire un fornitore di servizi che da tempo investe sul wireless. E’ infatti di Ydea la rete sperimentale già attiva in diverse zone di Roma e per questo i suoi dirigenti hanno espresso a Punto Informatico la propria perplessità circa l’iniziativa dell’amministrazione Veltroni di affidarsi sempre “ai soliti nomi piuttosto che sfruttare una rete già esistente ed un’impresa emergente”.

Le prime 40 stazioni sono state installate ed irradiano nei quartieri Esquilino, San Lorenzo, Piazza Bologna, quartiere San Giovanni/ Manzoni, Eur, Appio Tuscolano, Prenestino, Salario Nomentano. Fra pochi mesi la copertura sarà disponibile anche a Tragliatella, Trigoria, zone nelle quali il broad band stenta a farsi largo.

Stando all’azienda, il servizio offre “completa affidabilità a distanze di 500 m in perfetta visibilità, buon rendimento, flessibilità e interoperabilità degli apparati impiegati, sistemi di sicurezza per il trasporto dati, un positivo impatto sociale e alto gradimento dell’utenza”. Durante il periodo ottobre 2004-marzo 2005 sono stati posizionati apparati wireless 2.4ghz in standard 802.11b/g. “Gli apparati da noi usati – si legge nella relazione tecnica al progetto – sono Cisco. Le sue peculiarità sono: Sistema WDS, Software Open Source (Linux), possibilità di gestione via telnet o ssh, funzionalità di routing anche attraverso l’uso di protocolli dinamici come RIP e OSPF (è allo studio anche l’uso del protocollo BGP), flessibilità nell’ alimentazione. Gli apparati hanno due tipi di utilizzo: uno di backhauling necessario per l’interconnessione alla parte rimanente della rete wireless e uno di irradiazione necessario a diffondere il segnale sulle zone circostanti”.

Il software utilizzato è “implementazione IPSEC: per Linux, corredata di patch per NAT-Traversal e certificati x.509; Demone VPN PPTP; altro Demone per gateway vpn su Linux che implementa il protocollo PPTP invece che IPSEC; Demone di Routing: per Linux, supporta: RIP,OSPF,BGP, e anche altri protocolli di routing dinamico”. Il sistema di sicurezza è una VPN (Virtual Private Network) ossia una rete privata virtuale; i protocolli usati sono il PPTP, Point-To-Point Tunneling Protocol, e l’IPSEC che permettono l’implementazione di reti virtuali VPN in Intranet. “Grazie alla configurazione sui punti di accesso di un server VPN in grado di accettare i più comuni protocolli quali PPTP, IPSEC ogni utente – assicurano i progettisti – può accedere ai servizi creando un tunnel VPN con altissimi valori di sicurezza in rete”.

“Noi – spiega a Punto Informatico Erica Paggini, responsabile di Ydea – operiamo con autorizzazione alla sperimentazione da parte del Ministero delle Comunicazioni; quindi siamo fra i pochi che hanno veramente rispettato le regole. Infatti lottiamo con Assoprovider per la revisione del decreto”.

Punto Informatico: Una delle vostre peculiarità è la copertura momentanea…
EP: “Si è appurata l’utilità del Wi-Fi last miles per la realizzazione di postazioni momentanee utili a chi lavora (giornalisti, artisti, organizzatori, etc.) per eventi o manifestazioni non stabili, come Enzimi e il Concerto del Primo Maggio con cui Ydea ha collaborato: infatti nelle zone già coperte è possibile attivare il collegamento in poche ore, e per un tempo limitato alla durata dell’iniziativa. Questo non è possibile con la classica adsl i cui tempi di attivazione sono spesso molto lunghi e la cui durata è di tipo annuale”.

PI: Dove sono installati gli hot spot?
EP: “Gli access point sono dati in comodato d’uso gratuito all’utente, posizionati in esterno sui tetti o terrazzi. E’ bene precisare che la nostra è una struttura last miles. L’attuale rete si compone di un numero costantemente crescente di nodi interconnessi tra di loro che provvedono ad effettuare la copertura sul territorio”.

PI: Promettete un’attivazione veloce: cosa bisogna fare?
EP: “Basta contattarci e noi provvediamo all’installazione non essendo vincolati all’ultimo miglio Telecom. Gli utenti al momento sono meno di 100 visto che finora il servizio è stato completamente gratuito e molto oneroso per noi. Ora, con il rinnovo della sperimentazione, è previsto un rimborso spese di 9 euro al mese”.

PI: Come avete commercializzato l’idea finora?
EP: “Non l’abbiamo commercializzata, ci siamo concentrati sull’espansione della nostra struttura.
Ma il passa parola ha avuto i suoi effetti”.

PI: Ma non tutto va sempre liscio come dovrebbe…
EP: “Le lungaggini burocratiche che hanno ostacolato la liberalizzazione del Wi-Fi non ci hanno consentito di poter crescere come avremmo voluto; abbiamo dovuto stringere i denti e rifinanziarci molto spesso, visto che le banche non danno credito a piccoli operatori per giunta in sperimentazione”.

PI: E poi, ora, è arrivato il progetto per la rete wireless nei parchi del Comune di Roma..
EP: “Ci fa piacere che il Comune di Roma abbia abbracciato il wireless; ma siamo un po’ perplessi sul perchè non si sia rivolto a chi era già presente sul territorio con una struttura funzionante, valorizzando la libera iniziativa di aziende emergenti non legate ai soliti nomi. Il wireless è una grande opportunità per i piccoli operatori; molti, come noi, in questi anni hanno investito su questa tecnologia, maturando esperienza e conoscenza e costruendo, passo dopo passo, la propria rete.
Ci auguriamo che il nostro lavoro sia finalmente preso in considerazione perchè esiste, è una realtà concreta. Anche per questo stiamo collaborando con Anti Digital Divide per raggiungere la periferia romana, incredibilmente isolata da questo punto di vista”.

Alessandro Biancardi

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Pubblicato il
17 giu 2005
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