YouTube: il futuro sono i banner sui film

YouTube: il futuro sono i banner sui film

MGM ruggirà nei player del portalone con film d'annata e seminuovi. I dirigenti dello studio sperimentano con i film bannerizzati su YouTube, ma continuano a preferire piattaforme controllate come Hulu
MGM ruggirà nei player del portalone con film d'annata e seminuovi. I dirigenti dello studio sperimentano con i film bannerizzati su YouTube, ma continuano a preferire piattaforme controllate come Hulu

Non solo video scaturiti dalla creatività degli utenti, non solo stralci di scene memorabili di film ritagliati e postati dai netizen: YouTube ospiterà film completi, senza interruzioni, conditi dalla pubblicità. A metterli a disposizione sarà Metro Goldwin Mayer .

I magnifici sette Il pubblico statunitense si potrà godere su YouTube i giovani Steve McQueen e Charles Bronson in I magnifici sette , i netizen potranno intrattenersi con gli scazzottamenti di Bulletproof Monk o con l’ironia di Legally Blonde . I rumor circolati nei giorni scorsi sono stati confermati dai dirigenti MGM: YouTube sarà terreno di sperimentazione e di promozione , vi si pubblicherà qualche manciata di film per sviluppare nei netizen l’interesse per le altre forme di distribuzione video su cui conta MGM, la partnership sarà utilizzata da MGM per controllare l’impatto del fair use e per ragionare sulle possibilità offerte dall’operato degli utenti.

I vertici di MGM ammettono però che YouTube non sarà il canale predestinato per disseminare i contenuti di sua proprietà in rete: i film d’azione che verranno dati in pasto agli utenti di YouTube, spiega il co-presidente dello studio Jim Packer, saranno un modo per condire l’offerta più strutturata di questa categoria di prodotti distribuita sul canale on demand Impact , trasmesso da Comcast. Se YouTube sarà impugnato da MGM con cautela e come un veicolo promozionale, la casa di produzione non rinuncerà a mettere a frutto i suoi contenuti: ancora si sta negoziando riguardo a formati e percentuali, ma è certo che i film verranno affiancati dalla pubblicità .

L’accordo negoziato da MGM accoglie la proposta formulata da YouTube nei giorni scorsi: è possibile che la pubblicità venga iniettata anche nei video postati dagli utenti , stralci di opere di cui MGM detiene i diritti. Se Viacom non ha rinunciato a pretendere da Mountain View un miliardo di dollari per essere compensata dalle violazioni commesse dagli utenti, sostenendo che il sistema antipirateria di YouTube non sia in grado di scongiurarle, MGM ha invece deciso di affidarsi alla tecnologia Video ID . YouTube si fa carico del compito di identificare i file postati in violazione dei diritti di MGM, entrambe le aziende si interrogheranno sulla possibilità di mettere a frutto l’esercizio del diritto al fair use da parte dei netizen: invece di chiedere la rimozione dei contenuti condivisi dagli utenti, MGM potrebbe ad esempio scegliere di circondarli di link che spingano l’utente all’acquisto dei prodotti, sulla falsariga di quanto ha scelto di fare EMI con le clip a sfondo musicale.

Sono in molti a sottolineare come l’offerta di MGM sia poco allettante, gli stessi dirigenti MGM ammettono di preferire piattaforme più governabili come Hulu : “Avremo qualche video di lunga durata su YouTube – spiega Packer – ma non credo che sia una piattaforma su cui poter caricare 30 o 40 video alla volta”. Sono altresì in molti coloro che inquadrano l’accordo con MGM nel più vasta tendenza di un’industria dei contenuti disposta a sperimentare schiudendosi alla distribuzione in rete: se la canadese Lionsgate ha timidamente iniziato a dispensare anteprime e trailer, CBS ha annunciato di voler sperimentare su YouTube sfondando la barriera dei 10 minuti e postando episodi completi di telefilm. I dirigenti di YouTube accennano al fatto che ci sarebbero delle negoziazioni in corso anche con Time Warner e con Sony: “Crediamo in un offerta la più completa possibile, e vogliamo stringere accordi con tutti – ha annunciato Jordan Hoffner, che presidia alle negoziazioni di YouTube – vogliamo essere in grado di offrire ai nostri utenti più contenuti possibile”.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
11 nov 2008
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