Mark Zuckerberg non ha peli sulla lingua durante il processo antitrust contro Meta. Il CEO si è tolto il sassolino dalla scarpa… Quando TikTok è esploso nel 2018, nei corridoi di Menlo Park è scattato il panico. L’app cinese divorava quote di mercato a velocità impressionante, un incubo per l’allora giovane miliardario, che ha visto vacillare l’impero costruito in 15 anni.
TikTok, la spina nel fianco di Meta
TikTok ha imposto un nuovo format – quello dei video brevi, virali e a scorrimento infinito – che ha messo in crisi i modelli tradizionali di interazione proposti da Meta. Per questo motivo, ByteDance è rimasta per anni uno dei principali “bersagli competitivi” di Meta. Gli investimenti massicci nei Reel, le modifiche agli algoritmi di Instagram e Facebook e la crescente attenzione ai video brevi, ne sono la dimostrazione.
Non è un caso che, nello stesso periodo dell’acquisizione di Musical.ly da parte di ByteDance nel 2017 e della sua fusione con TikTok l’anno successivo, Meta (allora Facebook) abbia smesso di riportare i numeri degli utenti di Facebook nei report trimestrali. Al loro posto, è apparsa una nuova metrica, la “famiglia di app”, che includeva Instagram e WhatsApp. Un cambio di rotta strategico per nascondere il rallentamento della crescita dell’app ammiraglia.
Durante il processo, Zuckerberg ha dichiarato anche che le piattaforme social non devono più fare affidamento sulle connessioni personali – come amici e familiari – per crescere. “Le app ora servono principalmente come motori di scoperta“, a suo dire. Questo significa che l’obiettivo non è più solo mostrare cosa stanno facendo le persone che conosciamo, ma farci scoprire contenuti interessanti, anche se provengono da perfetti sconosciuti. Un approccio molto simile a quello di TikTok.
Zuckerberg ha aggiunto che gli utenti possono poi condividere questi contenuti scoperti tramite le app di messaggistica (come WhatsApp o Messenger), trasformando così l’esperienza social in un ciclo continuo tra scoperta e condivisione privata.
Meta torna alle origini?
Eppure, Facebook sta cercando di tornare alle sue origini, puntando di nuovo sulla rete personale. Nuove funzionalità, come la nuova scheda Amici che mette in evidenza richieste e attività degli amici, vanno proprio in questa direzione. Non a caso, Mark Zuckerberg ha dichiarato a gennaio agli investitori che uno degli obiettivi principali per il 2025 è proprio un “ritorno al Facebook OG” — dove “OG” sta per “original”, ovvero l’idea iniziale della piattaforma: uno spazio digitale incentrato sulle persone che si conoscono nella vita reale.