Abbonamenti legali per il P2P

Abbonamenti legali per il P2P

Così si presenta un servizio musicale britannico con cui è ora possibile ottenere una licenza per scambiarsi brani su connessione internet veloce e dedicata. Via libera di molti produttori inglesi
Così si presenta un servizio musicale britannico con cui è ora possibile ottenere una licenza per scambiarsi brani su connessione internet veloce e dedicata. Via libera di molti produttori inglesi

Roma – Una connessione broad band ad internet, un canone mensile e file musicali: ecco tutto quello che ci vuole se si è inglesi e si vuole scambiare e masterizzare musica prendendola da altri utenti in un network peer-to-peer.

Ad affermarlo è un player britannico già piuttosto affermato, PlayLouder, che sta mettendo in piedi un servizio senz’altro di grande interesse ma, come si vedrà, non così rivoluzionario come invece viene propagandato dal suo sito .

In sostanza PlayLouder è riuscito ad accordarsi con numerose etichette britanniche, che producono molta della musica più ascoltata nel Regno Unito, affinché all’interno del proprio network possano girare liberamente i loro brani musicali. Gli utenti abbonati potranno così scambiarli e masterizzarli a piacere, in cambio di un canone che non sarà superiore a quello dei più noti servizi di distribuzione musicale a pagamento.

I Soulwax Nel calderone della musica che può essere legalmente condivisa, dunque, finiranno artisti come White Stripes, Pixies, Interpol, Soulwax, Coldcut, Laurent Garnier, Basement Jaxx o Dizzee Rascal. Si tratta senz’altro di un grosso balzo in avanti per le etichette, che rinunciano così ad una fetta del controllo sulle proprie produzioni cavalcando però una evoluzione del mercato musicale che secondo PlayLouder “è inevitabile ed è cominciata da tempo ma che richiede assolutamente l’intesa con i produttori”. Un’intesa che consentirà al gruppo di etichette che aderisce al progetto di riscuotere royalty sulla musica circolante in quel P2P.

Ma le rose hanno le spine . Il peer-to-peer offerto da PlayLouder è condizionato all’acquisto da parte dell’utente di una connessione broad band con un provider convenzionato. In questo modo PlayLouder può controllare che nel suo network di scambio non circoli musica di altre etichette e dunque senza licenza, eventualità che evidentemente il servizio non può permettersi. Questo aspetto, che ad un utente potrebbe sembrare una enorme limitazione del servizio, viene però raccontato da PlayLouder in positivo, perché all’utente vengono spiegati gli aspetti positivi del controllo sul network , quali per esempio l’eliminazione di file non validi e fasulli, di virus o altre problematiche che affliggono i network di peering più noti.

Un altro aspetto positivo dell’uso del P2P controllato come strumento di distribuzione musicale, e che potrebbe rendere l’idea di PlayLouder molto popolare tra altri provider, è la possibilità di ridurre al minimo l’investimento in risorse dedicate. Il fatto che gli utenti contribuiscano con la propria banda e i propri computer alla condivisione consente al provider di concentrarsi sui flussi di traffico e sul controllo dei file anziché sull’architettura di un internet jukebox.

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Pubblicato il
31 ott 2003
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