Web – Si chiama “Notte del DSL vivente: storie dell’orrore a banda larga” l’approfondimento che il New York Times ha dedicato alle tecnologie DSL, dall’ADSL all’HDSL, alzando non poca polvere. E questo perché ormai da settimane i principali organi di informazione specializzati si lamentano delle condizioni con cui i servizi DSL vengono forniti, sulla poca sicurezza degli stessi, sulla mancanza di garanzie e via dicendo. Addirittura c’è chi parla di “grande illusione”.
Secondo il NYTimes, sui giornali specializzati, on e off line, sono aumentate enormemente le lettere di utenti di servizi DSL che si lamentano. Uno dei problemi più sentiti è quello dell’affidabilità. Pare infatti che siano molti i casi di linee che cadono e improvvise interruzioni del servizio. E Bell Atlantic, uno dei provider DSL americani, è finita nell’occhio del ciclone perché al suo servizio è associata l’accusa di uno “scollegamento” sempre alla stessa ora tutte le sere per tutti i suoi utenti. Si tratta di semplici esempi, naturalmente, che servono però a descrivere una situazione decisamente difficile per il DSL negli States, che già soffre per la concorrenza dei sistemi di connettività veloce via cavo, diffusissimi negli USA.
Altra questione molto sentita, proprio come da noi, è quella relativa ai tempi di installazione, che pare tendano ad essere decisamente lunghi rispetto a quanto proposto e pubblicizzato dalle aziende. Eppure i problemi più spesso segnalati “arrivano – dice il NYTimes – dopo l’installazione, quando entrano in gioco ‘disastri’ come l’emergere di una configurazione errata del software o il succedersi di inattese e improvvise interruzioni del servizio”.
Oltre all’affidabilità, centrali rimangono i problemi relativi alle garanzie, che però variano grandemente a seconda del fornitore, e soprattutto alla sicurezza, laddove un IP fisso richiede una maggiore protezione tra computer e internet. Questo viene percepito sempre più come un problema centrale dall’utenza. Le tecnologie DSL sono relativamente nuove, sebbene negli USA si siano iniziate a diffondere più di due anni fa, e la connessione permanente alla rete inizia a preoccupare, stante anche il rilievo dato alle azioni di cracking che si sono registrate in questi mesi su internet. Per non parlare di virus e via terrorizzando.
Ciò che viene denunciato dagli utenti è la mancanza di attenzione su questo fronte da parte degli operatori, perché sono pochi quelli che forniscono alla propria utenza firewall e sistemi in grado di proteggere il computer da “incursioni cyber” dall’esterno. Spesso, dunque, sono gli utenti a dover spendere qualcosa in più o a doversi affidare a tecnici specializzati per evitare di trasformare il proprio computer connesso con DSL ad internet in un “territorio aperto” per chiunque desideri entrarci…
I fornitori chiedono scusa per le loro mancanze, che sempre meno cercano di nascondere. E adducono a giustificazione tutti i problemi relativi all’enorme richiesta del servizio, alle infrastrutture di rete non ancora tutte aggiornate e alla relativa novità della gestione che questi sistemi richiedono ai fornitori. Una delle giustificazioni addotte, che fa storcere naturalmente il naso ai consumatori, è quella che prende di mira le connessioni ad alta velocità via cavo, un business ancora fiorente e decisamente più ampio del DSL, sebbene questo continui a rosicchiare quote di mercato mese dopo mese. I fornitori DSL sostengono che se il proprio servizio non è perfetto, non è perfetto nemmeno quello dell’unica vera alternativa, il cavo appunto. Ma la tecnica del “meno peggio” difficilmente aiuterà la crescita del DSL.
Ciò nonostante, sono molti i fornitori che offrono di sé un’immagine vincente, asserendo che la stragrande maggioranza degli utenti non è felice del DSL perché è felicissima, soddisfattissima e, quindi, fedelissima al proprio “operatore di fiducia”. Le statistiche sembrano dare ragione a questi fornitori, visto che nonostante tutti i problemi, si segnala un aumento delle richieste di installazioni di servizi DSL in tutte le aree degli Stati Uniti dove questo genere di connettività è disponibile. Al punto che secondo lo Yankee Group alla fine di quest’anno ci saranno 900mila abbonati DSL negli USA e il doppio alla fine dell’anno prossimo.
Di riffe o di raffe, dunque, il DSL, dall’ADSL all’HDSL, sembra destinato a sfondare. E se sfonda negli States, con tutte le condizioni sfavorevoli, in primis la disponibilità del cavo, come potrebbe non sfondare in Italia, dove tra tariffe assassine e infrastrutture insufficienti l’umore degli utenti rimane altalenante almeno quanto lo stato (variabile) delle connessioni?