ADUC: Wind su Infostrada? Lo Stato che ritorna

ADUC: Wind su Infostrada? Lo Stato che ritorna

di Vincenzo Donvito. Ciò che in parte eravamo riusciti a mandare a casa, sta tornando. Stiamo parlando del monopolio telefonico. Succede che tra Telecom e nuova Wind il mercato torni saldamente in mano allo Stato
di Vincenzo Donvito. Ciò che in parte eravamo riusciti a mandare a casa, sta tornando. Stiamo parlando del monopolio telefonico. Succede che tra Telecom e nuova Wind il mercato torni saldamente in mano allo Stato


Firenze – La società Wind sta per acquisire la collega Infostrada, venendo a creare una nuova azienda con un numero di abbonati secondo solo a quello della Telecom: dodici milioni e mezzo, tre dei quali in telefonia fissa.

A parte il fatto che sui numeri degli abbonati – parliamo di quelli ad Internet – bisogna farci la cresta, perché fornendo entrambe le aziende l’abbonamento gratuito, così come per tutti gli altri operatori simili, tra i navigatori è diffusa l’abitudine di essere abbonati contemporaneamente a quasi tutti i provider: un aspetto non secondario, perché, quando poi si va in Borsa, le fortune o i disastri dei propri titoli sono strettamente legate anche a questi numeri di facciata.

Ma a parte questo, resta il fatto, preoccupante e grave per l’economia del Paese, che ciò che in parte eravamo riusciti a mandare a casa, ci sta tranquillamente ritornando. Stiamo parlando del monopolio telefonico.

Mentre con la Telecom la partita non è ancora chiusa, perché lo Stato continua a mantenere alcune azioni di questa azienda che gli consentono di esercitare il diritto di veto grazie al meccanismo noto come “golden share”, Wind – che è a capitale maggioritario dello Stato – si compra Infostrada, affiancandosi, nei numeri, a Telecom: succede che tra Telecom e nuova Wind il mercato torni saldamente in mano allo Stato. Alla faccia delle de-monopolizzazioni, privatizzazioni, liberalizzazioni, apertura del mercato, concorrenza, libero scambio e libera scelta.

Se poi pensiamo che Wind significa Enel (cioè, ancora Stato), ribadire che la società gestita da Franco Tatò e Chicco Testa sia realmente l’Iri del 2000, non ci sembra tanto azzardato. Nell’anno della chiusura dell’Istituto che ha dato gloria alla politica monopolista italiana, la nascita della nuova Enel (che potremmo serenamente ribattezzare come Ente Nazionale Economia e Lavoro) è proprio la conferma di cosa stia succedendo nell’economia italiana: una razionalizzazione dell’esistente con una migliore articolazione del monopolio.

La preoccupazione ci nasce dal fatto che proprio in questi mesi stiamo sperimentando cosa significa, in vari settori, il perdurare del monopolio: valgano per tutti le tariffe pazzesche che paghiamo per l’energia elettrica, e la barzelletta tira e molla della Telecom sul cosiddetto ultimo miglio, che è l’imbuto ostruito che blocca la liberalizzazione di tutto il sistema delle Telecomunicazioni.

Se l’acquisto di Wind andrà in porto, saremo tutti meno liberi, di scegliere e di consumare. Meno male che siamo il Paese delle Autorità garanti… l’assetto e il consolidamento dell’esistente.

Vincenzo Donvito
Presidente di ADUC , Associazione per i diritti degli utenti e consumatori.

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Pubblicato il
14 set 2000
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