Agli italiani piacciono gli ebook

Agli italiani piacciono gli ebook

Dati che rendono il settore non più trascurabile per l'editoria. Che deve pensare a prepararsi al futuro: meglio tardi che mai?
Dati che rendono il settore non più trascurabile per l'editoria. Che deve pensare a prepararsi al futuro: meglio tardi che mai?

Quello dell’ebook è un argomento al centro della Fiera Più libri più liberi già da qualche anno, e in questi giorni l’evento romano dedicato alla piccola e media editoria non manca di occuparsene, con una serie di conferenze in cui i protagonisti si chiedono come debba cambiare il ruolo dell’editore per adattarsi e sopravvivere alle nuove forme del libro.

Domani, in particolare, il tema dell’ultima giornata della fiera sarà appunto “L’editore e il libro del futuro”. Un futuro che sembra da poco muovere i primi passi anche in Italia, paese che sembrava più recidivo rispetto a questo tipo di cambiamento.

Un’indagine NielsenBookScan mostra d’altronde che nella crescita generale del mercato del libro in Italia nel 2010 (un incremento a fine ottobre dell’1,3 per cento, pari a oltre 14,2 milioni di euro) il ruolo dell’editoria digitale non è trascurabile come negli anni passati.

Anche perché, come sottolineano i dati a cura dell’ufficio studi dell’ Associazione Italiana Editori (AIE) quasi l’1,5 per cento dei piccoli editori nasce esclusivamente o prevalentemente digitale . E i piccoli editori pubblicano già il 6 per cento dei loro titoli in formato ebook: sono 131 le case editrici italiane che hanno in catalogo almeno un titolo in formato ebook e, di queste, 94 sono piccole case editrici, con un catalogo medio di ebook di 16 titoli. Complessivamente significa 1.472 ebook, corrispondente al 6 per cento di titoli che la piccola editoria ha proposto (tra novità e ristampe) nel 2009.

L’offerta di titoli ebook arriva a coprire l’1,5 per cento dei titoli (stavolta secondo le elaborazioni su dati IE-Informazioni Editoriali), con 5.900 i titoli totali di e-book in italiano (esclusi articoli di riviste scientifico-accademiche), e arrivano a coprire l’1,5 per cento dei titoli rilevanti per il mercato, valendo lo 0,1 per cento del mercato trade dei libri: una cifra certo irrilevante rispetto al 9 per cento degli Stati Uniti, ma che rappresenta un segno iniziale importante per il mercato del Belpaese. Per un confronto, a gennaio 2010 erano 1.619, pari allo 0,4 per cento.

Inoltre, secondo l’ Ufficio studi AIE , la lettura (e l’abitudine a leggere) su schermi digitali continua a crescere: più o meno è triplicata rispetto al 2006, riguarda oggi oltre 2 milioni di italiani (con più di 14 anni), di cui il 2,1 per cento (appena oltre il milione) afferma di aver letto un ebook.

Cambiamenti, questi, che sono avvenuti ancora in assenza, sostanzialmente, di e-reader dedicati (manca per esempio un device che possa avere lo stesso impatto e impulso trainante del mercato di Kindle), anche se alcuni modelli sono già in commercio e altri stanno arrivando con la bandiera tricolore. Proprio l’e-reader di Amazon negli Stati Uniti rappresenta il dominatore di questo settore e il protagonista più attivo e pronto a reagire alla rincorsa dei concorrenti ( da ultimo Google con la sua piattaforma di vendita di ebook): ora ha anche annunciato la nuova versione della sua Web App per rendere la lettura dei volumi Kindle un’esperienza fruibile anche via browser e non più limitata, come in precedenza, ai primi capitoli dei libri, una risposta all’altezza della domanda di Mountain View. Come il servizio di BigG, poi, integra il suo sistema di acquisto ad altri siti gemellati estendendo il suo negozio.

Questi numeri, in ogni caso, mostrano come il mercato italiano registri un cambiamento sia dal lato dell’offerta che dal lato della domanda, con le abitudini dei lettori che si modulano con il contatto con la Rete e le nuove tecnologie: un altro esempio è il sondaggio che mostra come tra il 2007 e il 2010 l’uso del Web per informarsi sull’ultimo libro che si è comprato sia passato dall’11 per cento al 19, le classiche recensioni dal 19 al 15 per cento e il consiglio del libraio dal 15 all’8 per cento.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
7 dic 2010
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