Chi pensa che l’intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro forse dovrebbe ricredersi. Già, perché secondo un nuovo studio di Workday, l’AI potrebbe addirittura fare da catalizzatore per una vera e propria rivoluzione delle competenze umane.
Gli utenti che usano l’AI sono ottimisti
Mentre molti vedono l’AI come una minaccia, il rapporto di Workday racconta tutta un’altra storia. L’85% degli utenti attivi di AI si dice super ottimista riguardo a questa tecnologia. la cosa più sorprendente? Che tra i non utilizzatori, solo il 78% la pensa così. Insomma, chi ne fa un uso quotidiano, ne è entusiasta.
Il 93% degli utenti attivi dice di avere più tempo libero grazie all’AI, che gli permette di concentrarsi su compiti di livello superiore come la strategia e la risoluzione dei problemi. Altro che rubare il lavoro, l’intelligenza artificiale ci libera dalle incombenze più tediose.
E poi, ci sono ambiti in cui l’intelligenza artificiale difficilmente potrà mai eguagliarci. Qualità come l’etica, l’empatia, la capacità di intessere relazioni autentiche o di affrontare conflitti complessi restano appannaggio esclusivo degli esseri umani. Anzi, più di 4 persone su 5 sono convinte che l’AI renderà queste abilità ancora più preziose agli occhi dei datori di lavoro.
Un futuro in cui l’AI ci renderà migliori?
Insomma, se abbracciamo l’AI per il bene comune, possiamo esaltare ciò che ci rende unici: la creatività, l’empatia, la capacità di connetterci con gli altri. E costruire un mondo del lavoro in cui queste doti diventano la chiave del successo. Parola di Jim Stratton, CTO di Workday.
Certo, perché i benefici dell’AI si sentano davvero, serve uno sforzo comune. Aziende tech, organizzazioni e persino governi devono collaborare per garantire che i vantaggi di questa tecnologia ricadano su ognuno di noi. E soprattutto, non dobbiamo mai dimenticare di coltivare quelle preziose competenze umane che ci rendono tanto speciali.
Insomma, non avremmo nulla da temere, l’AI non è qui per sostituirci, ma per tirar fuori il meglio di noi. Sarà davvero così?