L'AGCM condanna Apple e Samsung per gli update

L'AGCM condanna Apple e Samsung per gli update

L'Autorità Antitrust ha comminato 5 milioni di sanzione a Samsung e 10 milioni a Apple per aver creato problemi agli utenti con i propri update.
L'AGCM condanna Apple e Samsung per gli update
L'Autorità Antitrust ha comminato 5 milioni di sanzione a Samsung e 10 milioni a Apple per aver creato problemi agli utenti con i propri update.

L’antitrust ha pesantemente condannato Apple e Samsung per aver realizzato “pratiche commerciali scorrette” attraverso il rilascio di “aggiornamenti del firmware dei cellulari che hanno provocato gravi disfunzioni e ridotto in modo significativo le prestazioni, in tal modo accelerando il processo di sostituzione degli stessi“. E sebbene la condanna costi ai due gruppi pochi milioni di euro (con impatto del tutto insignificante sui margini delle due aziende), a livello simbolico si tratta di una notizia di sicura importanza per quel che significa per l’opinione pubblica.

Nel mirino v’è un concetto chiaro ai più, ma non sempre facilmente dimostrabile, quale quello di “obsolescenza programmata“. L’idea è quella per cui un gruppo possa spingere all’aggiornamento dell’hardware semplicemente tramite un’evoluzione continua del software, facendo sì che le componenti utilizzate in passato non possano più essere sufficienti per supportare i nuovi firmware. Sebbene tale elemento sia connaturato all’innovazione tecnologica, alle aziende produttrici è richiesta piena trasparenza affinché l’utente possa sapere quando e se aggiornare il proprio device.

La condanna giunge a seguito di questa mancata comunicazione e sulla scia di oggettivi riscontri circa il danno comminato ad utenti prima incoraggiati all’update, poi abbandonati su dispositivi divenuti inutilizzabili o scarsamente appetibili (poiché con minor autonomia o con performance ridotte). E si tratta di un unicum a livello internazionale, una sentenza che potrebbe fare da apripista sulla strada di una maggior chiarezza nei rapporti tra update, innovazione e obsolescenza.

La condanna dell’AGCM

Apple e Samsung, spiega il comunicato dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, hanno indotto con insistenza i consumatori (verso i quali permane una forte asimmetria informativa) “ad installare aggiornamenti su dispositivi non in grado di supportarli adeguatamente, senza fornire adeguate informazioni, né alcun mezzo di ripristino delle originarie funzionalità dei prodotti“.

Violazione degli articoli 20, 21, 22 e 24 del Codice del Consumo, con un caso specifico nel caso di Samsung e due casi in capo ad Apple. In ragione di ciò viene inflitto ai due gruppi il massimo della pena comminabile, per un totale di 5 milioni di euro a Samsung e 10 milioni di euro ad Apple. Entrambi i gruppi dovranno pubblicare sul proprio sito “una dichiarazione rettificativa che informi della decisione dell’Autorità con il link al provvedimento di accertamento“.

Samsung

La condanna a Samsung viene fatta risalire ad una condotta tenuta nel mese di maggio del 2016, quando il gruppo proponeva l’aggiornamento del Note 4 alla nuova versione “Marshmallow” di Android (in quel momento già disponibile sul Note 7):

Samsung ha insistentemente proposto, dal maggio 2016, ai consumatori che avevano acquistato un Note 4 (immesso sul mercato nel settembre 2014) di procedere ad installare il nuovo firmware di Android denominato Marshmallow predisposto per il nuovo modello di telefono Note 7, senza informare dei gravi malfunzionamenti dovuti alle maggiori sollecitazioni dell’hardware e richiedendo, per le riparazioni fuori garanzia connesse a tali malfunzionamenti, un elevato costo di riparazione.

L’utente non era dunque avvisato dei problemi conseguenti all’aggiornamento ed era portato ad una condotta contraria al proprio interesse, fino al pagamento di riparazioni fuori garanzia causate dall’aggiornamento stesso.

La replica di Samsung: si ricorrerà in appello

Così Samsung reagisce alla condanna dell’AGCM, promettendo di ricorrere in appello per far valere le proprie ragioni:

Per Samsung la soddisfazione dei propri clienti è obiettivo primario, strettamente legato al proprio business. Samsung non condivide la decisione presa dall’AGCM in quanto la società non ha mai rilasciato aggiornamenti software con l’obiettivo di ridurre le performance del Galaxy Note 4. Al contrario, Samsung ha sempre rilasciato aggiornamenti software che consentissero ai propri utenti di avere la migliore esperienza possibile. L’azienda si vede quindi costretta a ricorrere in appello contro la decisione presa dall’Autorità.

Apple

Apple si vede comminata una doppia sanzione per due casi differenti. Il primo è inerente l’aggiornamento dell’iPhone 6, a seguito del quale si sono ravvisati dapprima problemi di autonomia e quindi problemi nelle performance (pratica considerata scorretta in virtù del modo con cui l’utente è spinto automaticamente ad un più solerte cambio dello smartphone in uso). Occorre ricordare come in seguito Apple abbia modificato le proprie policy relative agli update, così da limitare casi di questo tipo.

Apple ha insistentemente proposto, dal settembre 2016, ai possessori di vari modelli di iPhone 6 (6/6Plus e 6s/6sPlus rispettivamente immessi sul mercato nell’autunno del 2014 e 2015), di installare il nuovo sistema operativo iOS 10 sviluppato per il nuovo iPhone7, senza informare delle maggiori richieste di energia del nuovo sistema operativo e dei possibili inconvenienti – quali spegnimenti improvvisi – che tale installazione avrebbe potuto comportare. Per limitare tali problematiche, Apple ha rilasciato, nel febbraio 2017, un nuovo aggiornamento (iOS 10.2.1), senza tuttavia avvertire che la sua installazione avrebbe potuto ridurre la velocità di risposta e la funzionalità dei dispositivi. Inoltre, Apple non ha predisposto alcuna misura di assistenza per gli iPhone che avevano sperimentato problemi di funzionamento non coperti da garanzia legale, e solo nel dicembre 2017 ha previsto la possibilità di sostituire le batterie ad un prezzo scontato.

La seconda condanna è invece relativa ad una carenza informativa relativa alla gestione delle batterie, comportamento che avrebbe costretto gli utenti ad una carenza di informazioni a seguito della quale si sarebbero potuta affrontare una caduta troppo repentina dell’autonomia dei device in uso:

Apple […] fino a dicembre 2017, non ha fornito ai consumatori adeguate informazioni circa alcune caratteristiche essenziali delle batterie al lito, quali la loro vita media e deteriorabilità, nonché circa le corrette procedure per mantenere, verificare e sostituire le batterie al fine di conservare la piena funzionalità dei dispositivi.

Fonte: AGCM
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Pubblicato il
24 ott 2018
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