Una lettera aperta al gigante Google, vergata da Joaquín Almunia, attuale vicepresidente della Direzione per la Concorrenza nella Commissione Europea. Un invito ad intraprendere una serie di misure correttive nei vasti mercati del search e della pubblicità online , per evitare uno specifico provvedimento di addebiti – statement of objections – legato ad infrazioni antitrust.
Quattro interrogativi (o preoccupazioni) da parte del commissario del Vecchio Continente, alla fine dell’inchiesta avviata nel novembre 2010 sul presunto abuso di posizione dominante da parte del colosso californiano. Almunia ha così invitato BigG a rispondere alle spinose domande poste dalle autorità europee, in uno spirito amichevole di collaborazione e soprattutto per evitare spiacevoli conseguenze in stile Microsoft .
Quali le specifiche questioni tirate in ballo da Almunia? In primis, come Google tratta i suoi servizi di search verticale – ovvero specializzati nella ricerca di trend particolari come ad esempio ristoranti o prodotti commerciali – in particolare rispetto a quelli di ricerca generica, oltre che in diretta concorrenza. Secondo, se BigG sfrutti i contenuti altrui (esempio, una recensione di un locale su un sito terzo) per poi farli propri .
Terza domanda : che tipo di accordi intraprende la Grande G per il piazzamento di annunci pubblicitari legati a determinate query di ricerca. Si tratta di accordi esclusivi? E come vengono visualizzati rispetto agli annunci appartenenti a terzi? Quarto argomento, se Google limita la “portabilità” dell’advertising online dalla propria piattaforma AdWords a quelle gestite dai competitor .
“Abbiamo appena iniziato ad analizzare le questioni poste alla nostra attenzione dalla Commissione Europea – ha spiegato un portavoce di Google in risposta alla lettera di Almunia – Non ci troviamo d’accordo con le conclusioni, ma siamo lieti di chiarire tutti i loro dubbi”. Secondo l’azienda di Mountain View, il livello di competizione e d’innovazione nel settore non sarebbe mai stato così alto .
Nel frattempo, i vertici della transalpina Commission Nationale de l’Informatique (CNIL) non è ancora soddisfatta delle risposte ricevute da Google alle 60 domande sul nuovo pacchetto ristretto di policy in materia di privacy. Ci sarà dunque un ulteriore incontro coi responsabili del colosso statunitense, che hanno ribadito ancora la totale aderenza delle policy alle attuali leggi europee per la protezione dei dati personali.
Mauro Vecchio