Tor Project ha lanciato un appello alla community, chiedendo ai volontari di attivare almeno 200 bridge WebTunnel per consentire agli utenti di aggirare la censura in Russia. Gli attuali sistemi obfs4 e Snowflake non sono sufficienti, in quanto le autorità russe hanno trovato il modo di renderli poco efficaci.
Urgente chiamata “alle armi” di Tor Project
Tor Project scrive sul blog ufficiale che sono aumentati i blocchi in Russia. Molti utenti hanno segnalato una escalation contro bridge Tor e altri tool usati per aggirare la censura. Il Roscomnadzor ha preso di mira anche gli hosting provider, quindi alcuni bridge non sono accessibili. L’organizzazione non-profit ha pertanto chiamato “alle armi” l’esercito di volontari per attivare almeno 200 bridge WebTunnel entro fine dicembre.
Questo tipo di bridge, introdotto a metà marzo, permette di aggirare la censura perché imita la normale attività di un browser. In pratica, gli ISP non si accorgono della differenza, in quanto il traffico Tor viene nascosto nel normale traffico web.
Attualmente sono disponibili oltre 240 bridge WebTunnel, ma ne servono altri per consentire agli utenti russi di accedere alle informazioni non filtrate dal Cremlino. Per impostare un bridge WebTunnel servono alcune competenze di amministratore. Tor Project ha cercato di semplificare la procedura offrendo un’immagine Docker e una regola Ansible.
Gli utenti può esperti possono seguire le istruzioni nella pagina dedicata. I requisiti minimi sono: indirizzo IP statico, sito web self-hosted, certificato SSL/TLS valido (gratis con Let’s Encrypt) e almeno 1 TB/mese di larghezza di banda. L’organizzazione suggerisce di non usare i servizi DNS gratuiti (come quelli di Cloudflare e Google) perché vengono spesso bloccati in Russia.