Un documento di circa 20 pagine, risultato del lavoro d’analisi di Eric Smith, a capo del dipartimento di sicurezza delle reti alla Bucknell University . Una ricerca partita da uno specifico campione di 57 applicazioni gratuite presenti su App Store , selezionate dal team di Smith tra le più popolari attualmente a disposizione degli utenti di Apple.
Sottoposte a specifiche analisi , le varie applicazioni hanno così mostrato ai ricercatori un’abitudine preoccupante, in particolare per la privacy degli utenti di dispositivi come iPhone, iPad e iPod Touch. Il 68 per cento del campione ha infatti inviato verso server esterni – che poi sarebbero gli stessi gestiti dalle relative società sviluppatrici – una serie di informazioni.
In particolare, quei dati relativi agli Unique Device Identifiers (UDID) dei vari dispositivi basati su iOS. Dati che sono stati, secondo il paper apparso online, inviati verso i server gestiti da aziende come Amazon, Disney e Zynga . Ovviamente a partire dalle app ricollegabili, rispettivamente Fingerzilla (ma anche la stessa Amazon ), ESPN Score Center e Scramble .
C’è tuttavia da sottolineare come alcune di queste trasmissioni siano avvenute in maniera protetta, ovvero cifrate in SSL . Ma – sempre secondo Smith – app come quella di Amazon hanno inviato insieme agli UDID anche i nomi completi degli utenti loggati . Nomi trasmessi senza cifratura, quindi tranquillamente associabili ad un determinato apparecchio mobile .
“Ad esempio – ha spiegato Smith – l’applicazione CBS News trasmette sia l’UDID che il nome relativo all’utenza di un iPhone, che spesso rivela il vero nome del possessore del device “. Secondo il ricercatore, non dovrebbe esserci alcun motivo per il quale il developer di un’applicazione videoludica debba conoscere l’indirizzo fisico di un utente della Mela.
Verso la fine della scorsa settimana, un particolare software aveva già rivelato come circa la metà di un campione selezionato di app presenti su Android Market provveda sistematicamente all’invio di dati personali come quelli relativi all’esatta localizzazione e i numeri di telefono degli utenti. Un portavoce di Google ha quindi diramato un comunicato ufficiale in risposta a questi risultati, ottenuti dal lavoro di ricerca di due università in collaborazione con gli Intel Labs . Tutte le applicazioni presenti su Android Market richiederebbero agli utenti lo specifico consenso per il successivo accesso dell’app a dati relativi a localizzazioni e contatti .
Gli utenti di Android potrebbero così decidere di non procedere all’installazione, soprattutto se poco convinti sul potenziale sfruttamento delle informazioni da parte di terze parti. “Consigliamo fortemente agli utenti di installare solo applicazioni di cui si fidino”, ha spiegato il portavoce di BigG.
Mauro Vecchio
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velocità dei cambiamenti
Vorrei far notare che internet è 'giovane'in termini storici, addirittura direi 'neonata' se vogliamo indicare il suo ruolo sociale. Probabilmente occorreranno molte altre innovazioni, anche non prevedibili, prima di vedere delle stabilizzazioni. Potremmo arrivare alla necessità anche di rivederne le architetture di base per adattarle alle esigenze future. Tutto però dipenderà da che idea vogliamo avere di rete e di come vogliamo improntarne le funzionalità. E' uno strumento di cui ci renderemo realmente coscenti fra 20 forse 30 anni. Se vogliamo che diventi lo strumento per cambiamenti sociali seri allora dovremmo ragionare tutti in tal senso e creare anche nuovi strumenti per farloLorenzoRe: velocità dei cambiamenti
Fra 20/30 il pianeta sarà un colabrodo senza ghiaccio ma senza petrolio.La rete sarà il minore dei problemi.ManoLestaRe: velocità dei cambiamenti
tra gli anni '50 /'80 si riteneva che il mondo potesse finire con una guerra atomica e molti avrebbero non avrebbero mai neanche immaginato che il blocco sovietico sarebbe caduto.Quindi, per quanto la tendenza effettivamente sia quella, dire quello che accadrà fra 20 o 30 anni secondo me è prematuro. Inoltre per quanto lento,dato che occorreranno generazioni intere per cambiare una mentalità che è andata per oltre un secolo e tuttora è presente, nella gente vi è il principio di cambiamento di pensiero. Siamo in un momento critico, l'inizio di un giro di boa che è partito negli anni 80/90 almeno questa è la mia sensazioneLorenzoRe: velocità dei cambiamenti
Tu dici:"tra gli anni '50 /'80 si riteneva che il mondo potesse finire con una guerra atomica e molti avrebbero non avrebbero mai neanche immaginato che il blocco sovietico sarebbe caduto".Io non sto ritendo che ...I dati sono DATI non saranno 30 anni...ho esageratonon sto dicendo cz...saranno 50 anni...è comunque inevitabile.la fineRe: velocità dei cambiamenti
contenuto non disponibileunaDuraLezioneRe: velocità dei cambiamenti
ti tocca poco allora..comuque ho comprato casa in collina..non si sa mai...la fineRe: velocità dei cambiamenti
- Scritto da: Lorenzo> Se vogliamo che> diventi lo strumento per cambiamenti sociali seri> allora dovremmo ragionare tutti in tal senso e> creare anche nuovi strumenti per> farloIo stavo benone anche prima che arrivasse tutta 'sta "monnezza"...e i cambiamenti sociali si sono sempre tentati anche senza nuovi strumenti.H5N16 anni fa, i simpson
Impero mediatico burns ( fraudcast news #FABF18)http://en.wikipedia.org/wiki/Fraudcast_Newsfinale perfettobertucciaRe: Elogio del disordine
Infatti. Pensare che c'è gente che ci scrive sopra un saggio.[img]http://bur.rcslibri.corriere.it/shared_libri/cover/medium/1703911_0.jpg[/img]Non dimenticate di comprare il mio di libro: Elogio dei calci nelle OOqualsiasi contenuto ingiuriosoRe: Elogio del disordine
- Scritto da: qualsiasi contenuto ingiurioso> Infatti. Pensare che c'è gente che ci scrive> sopra un> saggio.> [img]http://bur.rcslibri.corriere.it/shared_libri/> Non dimenticate di comprare il mio di libro:> Elogio dei calci nelle OO Ahahaha... eh? (newbie)scoreggia potentissi maprima di tutto
bisogna verificare se scendere nelle piazze sia mai servito a qualcosa, in piazza ci vanno poche migliaia di persone al massimo un milione, il cambio delle abitudini di tutta la popolazione invece incide direttamente e immediatamente sull'economia.Se la rete ha un'incuidenza diretta sulla vita delle persone ad accorgersene subito saranno le aziende, il governo, il fisco etc. Chiedete per esempio alle case discografiche, loro ne sanno qualcosa.pietroRe: prima di tutto
- Scritto da: pietro> bisogna verificare se scendere nelle piazze sia> mai servito a qualcosa, in piazza ci vanno poche> migliaia di persone al massimo un milione, il> cambio delle abitudini di tutta la popolazione> invece incide direttamente e immediatamente> sull'economia.> Se la rete ha un'incuidenza diretta sulla vita> delle persone ad accorgersene subito saranno le> aziende, il governo, il fisco etc.> > Chiedete per esempio alle case discografiche,> loro ne sanno qualcosa.in linea generale è vero che il cambio delle abitudini di tutta la popolazione incide direttamente sull'economia...bisogna però vedere in che direzione vanno i cambiamenti "generati" dal web... e la direzione verso cui porta il web 2.0 (la "nuova" TV) non lascia sperare nulla di buono: conformismo, consumismo, tecnocontrollo, passività, superficialità, ignoranza (anche informatica), illusione di libertà ecc.un milione di inca**ati per la strada "funziona" ancora molto meglio...ca zateRe: prima di tutto
Mi sembra che i francesi ci hanno insegnato qualcosa all'epoca della riforma universitaria.O no?H5N1La solitudine del primate globalizzato
La velocità, il click è diventato il paradigma dell'uomo moderno. Per continuare ad alimentare la folle spirale del sistema economico, l'uomo globalizzato (e in parte anche glocalizzato) continua a comprare pur senza consumare i beni che compra. Ormai il tempo/vita è saturo. Non c'è più tempo per riuscire a consumare tutto quello che passa il sistema. L'economia può solo che crollare. Ogni settore è stato spremuto. E come se questo non bastasse, il web offre a tutti la possibilità/illusione di diventare scrittori, musicisti, filmmaker e quant'altro. Potenzialmente più di un miliardo di utenti internet nel mondo che spinge per creare contenuti in diretta competizione con le major con la speranza di diventare ricchi e con tanta faiga, spera di far breccia in un teorico pubblico che si danna l'anima per ottenere la stessa cosa. Nessuno è più disposto a fare da spettatore. E quei pochi disposti, bombardati di contenuti, diventano sempre più esigenti e meno propensi al consumo. Per provare ancora qualche ultimo barlume di emozione, aprono il browser in cerca dei pornazzi. Ma essendo che anche in questo campo i contenuti abbondano (pure mia nipote XXXXXggia davanti alla webcam), presto la legge della saturazione colpirà anche il mercato del XXXXX e nessuno sarà più propenso a consumare l'hard anche se a gratis (o sbafo, senza cacciare un soldo insomma). Verrebbe da pensare che stanca dei pornazzi, la gente ritorni all'agorà, ma questo non succederà. L'apatia sarà la costante dell'uomo del futuro. Una volta preso coscienza di questo, prevedo che i morlock usciranno dalle grotte pronti per dare nuovamente un senso alla vita degli esseri umani.[img]http://wordsandwar.com/wp-content/uploads/2007/10/eloimorlocks-02.jpg[/img]Sul tema "Morlock e futuro" sto scrivendo un altro libro (forse lo chiamerò "Futuro Morlock", non so, ancora non ho deciso). Comunque non temete se vi sentite disorientati. Io sarò il vostro faro nella notte (basta che cacciate fuori i soldi per comprare i miei libri). Ziocagnut BaubaumanZiocagnut BaubaumanRe: La solitudine del primate globalizzato
- Scritto da: Ziocagnut Baubauman> La velocità, il click è diventato il paradigma> dell'uomo moderno. Per continuare ad alimentare> la folle spirale del sistema economico, l'uomo> globalizzato (e in parte anche glocalizzato)> continua a comprare pur senza consumare i beni> che compra. Ormai il tempo/vita è saturo. Non c'è> più tempo per riuscire a consumare tutto quello> che passa il sistema. L'economia può solo che> crollare. Ogni settore è stato spremuto. E come> se questo non bastasse, il web offre a tutti la> possibilità/illusione di diventare scrittori,> musicisti, filmmaker e quant'altro.> Potenzialmente più di un miliardo di utenti> internet nel mondo che spinge per creare> contenuti in diretta competizione con le major> con la speranza di diventare ricchi e con tanta> faiga, spera di far breccia in un teorico> pubblico che si danna l'anima per ottenere la> stessa cosa. Nessuno è più disposto a fare da> spettatore. E quei pochi disposti, bombardati di> contenuti, diventano sempre più esigenti e meno> propensi al consumo. Per provare ancora qualche> ultimo barlume di emozione, aprono il browser in> cerca dei pornazzi.In queste poche righe hai avuto il pregio diriassumere con verità e obiettività la naturaintrinseca del popolo di Fèssbùk & Company.sentinelRe: La solitudine del primate globalizzato
Ti ringrazio o mio lettore.Ziocagnut BaubaumanRe: Elogio del disordine
"from chaos comes order"..GiggettoWoops....
"Un'ospite inaspettato"?Qui qualcosa non quaglia... ;)FridayChildWeb o non web, questo è il problema...
Internet è poliedrica ed ha più faccie. L'articolo parla solo di quella internet delle informazioni. Facciamo finta che l'autore abbia volutamente usato una sinèddoche. Non scrivo questo per fare il pignolo, ma troppo spesso la parola Internet viene usata per indicare solo un aspetto, dimenticando gli altri, creando confusione concettuale fino ad arrivare a tesi compromesse dal fatto che si parte con un significato ristretto di internet e si generalizza al tutto.Separiamo un attimo la parola internet dalla parola media. E concentriamoci sui media. Come funzionano ancora oggi i media? Qualcuno crea delle notizie (e ne occulta delle altre). Poi una marea di giornalisti, più o meno capaci, prende la notizia, la altera (alle volta in modo così radicale da renderla falsa) e ci fa un commento (spesso poco intelligente). Su queste notizie rielaborate poi ci passano i soliti noti che per lavoro cercano un punto di vista consono con coloro da cui sono pagati.Un sistema "ordinato", gerarchico, dove solo la capacita di pochi giornalisti riesce ad immettere del valore aggiunto nella notizia originale. La maggior parte delle notizie sono infarcite di cavolate.Questo è il sistema dove la gente è il consumatore finale delle notizie. Un elemento passivo della catena a cui propinare interessi di pochi.Aggiungiamo adesso la parola intenret a media. Cosa cambia? L'utente finale inizia ad essere meno passivo, più critico e la sitazione è apparentemente più caotica. Il risultato vuol dire maggior libertà. Ogni volta che si aggiunge un grado di libertà si aprono scenari nuovi dove non tutto è meglio. Rimane innegabile che grazie a "internet" o meglio ai "social media" c'è molto valore aggiunto alle notizie, dato dall'interazione della gente.L'aspetto "social" di internet è quello compreso peggio. L'idea che una persona preferisca chattare rispetto a parlare di persona è una cavolata. Ci sono persone che prima, per motivi personali, non interagivano con nessuno, che adesso si sono costruiti un mondo virtuale. E' meglio se erano soli o meglio ora? Non lo so, ma la questione è più complicata della favoletta che internet rende i rapporti sociali più banali. Anche leggere tanto è un modo per evadere dal mondo. C'è tanta gente che non si trova bene nella propria realtà e cerca di evadere. Internet, in questo desiderio, crea ampi spazi. Alcuni oscuri, altri invece nuovi e interessanti.Vedo una marea di coppie di una certa età chiuse in casa che si annoia... e loro sono frutto dell'era pre-internet. Allora dove è la supposta maggior qualità nei rapporti sociali prima di internet? Vogliamo semplicemente renderci conto che ciò che conta sono le persone e che internet è solo un mezzo, per quanto nuovo e imprevedibile che sia?E poi basta con 'sta storia caos vs ordine. L'ordine serve solo alle menti semplici. Le altre si orientano quando e dove serve.poiuyRe: Web o non web, questo è il problema...
Collega, mi spiace, ma non sono d'accordo. E le dirò anche il perchè non sono d'accordo. Saprà tutto nel mio prossimo libro: Rete e società (o "Società nella rete", non so, ancora non ho deciso).Ziocagnut BaubaumanGrazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentiPubblicato il 4 ott 2010Ti potrebbe interessare