Apple assume per il machine learning

Apple assume per il machine learning

Indiscrezioni di stampa parlano di una Cupertino indaffarata a cercare nuove, brillanti menti esperte nello sviluppo di algoritmi intelligenti, una branca in cui i professionisti sono ambiti
Indiscrezioni di stampa parlano di una Cupertino indaffarata a cercare nuove, brillanti menti esperte nello sviluppo di algoritmi intelligenti, una branca in cui i professionisti sono ambiti

Presto gli utenti di iOS saranno assistiti in tutte le loro esigenze, anticipati da algoritmi “intelligenti” delle future versioni del sistema operativo mobile di Apple: la realizzazione di quello che potrebbe essere un sogno per certi adepti della Mela passa per l’assunzione di “almeno” 86 esperti specializzati nell’ambito del machine learning , dicono le indiscrezioni , un settore tecnologico ad alto livello di specializzazione caratterizzato da una concorrenza senza tregua fra i potenziali datori di lavoro.

La ricerca in materia di algoritmi di apprendimento interessa oramai tutti i grandi nomi dell’IT, dalla solita Google a Twitter , passando per Amazon , Microsoft e tanti altri ancora, e tutte le corporation sono convinte della necessità di “aumentare” l’intelligenza di app, software e servizi a beneficio di utenti sempre più eterodiretti agevolati nella gestione di appuntamenti, le potenziali relazioni interpersonali (lavorative e non) e tutto quanto.

Già con iOS 9, la nuova release dell’OS mobile in arrivo questo autunno, Apple dovrebbe cominciare a fornire funzionalità “predittive” nelle app integrate con suggerimenti sui contatti per le email, i giochi (a casa) e le app professionali (al lavoro) da scaricare e la playlist da suonare in auto tramite collegamento Bluetooth con l’iPhone.

Diversamente da un’azienda che fa i soldi con l’advertising come Google, Apple auspica di applicare la lezione del machine learning ai dati degli utenti senza tracciare le loro abitudini per scopi diversi da quelli della personalizzazione: iOS sarà in grado di fornire suggerimenti utili senza per questo cominciare a leggere il testo dei messaggi e delle email spedite da gadget mobile, augurabilmente, e per farlo a Cupertino avranno bisogno di “data scientist” che tengano a cuore la privacy oltre all’accesso alle informazioni sensibili e personali.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
8 set 2015
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