Apple prova a rilanciare Siri con l'intelligenza artificiale

Apple prova a rilanciare Siri con l'intelligenza artificiale

Per rilanciare Siri e renderla competitiva, Apple sta lavorando ad una versione completamente nuova, basata sull'intelligenza artificiale.
Apple prova a rilanciare Siri con l'intelligenza artificiale
Per rilanciare Siri e renderla competitiva, Apple sta lavorando ad una versione completamente nuova, basata sull'intelligenza artificiale.

Siri doveva essere la risposta di Apple all’avanzata dell’intelligenza artificiale, il fiore all’occhiello d Apple Intelligence. E invece, si è rivelata un buco nell’acqua. Un fallimento su tutta la linea, che ha costretto la Mela a correre ai ripari per salvare il salvabile.

Ma come si è arrivati a questo punto? Mark Gurman di Bloomberg ha indagato a fondo sulla questione, raccogliendo testimonianze interne e ricostruendo le tappe che hanno portato al naufragio di Apple Intelligence. E il quadro che emerge non è dei più lusinghieri per Cupertino.

Siri, in arrivo una versione tutta basata sull’intelligenza artificiale

Gurman ha puntato il dito contro un insospettabile: Craig Federighi. Sarebbe lui il vero responsabile della disfatta di Apple. Mentre la concorrenza correva, lui tirava il freno a mano. Per anni avrebbe boicottato lo sviluppo di Siri e dell’AI in generale. Ha preferito puntare su progetti sicuri e meno dispendiosi. E ora questa miopia presenta il conto. Una filosofia che mal si concilia con la natura stessa dell’intelligenza artificiale, che richiede investimenti massicci e una buona dose di rischio. Ma Federighi non ha voluto sentire ragioni.

Se Federighi è stato il freno, John Giannandrea sarebbe dovuto essere l’acceleratore. Assunto nel 2018 come capo dell’AI di Apple, aveva il compito di colmare il gap con i concorrenti e portare Siri nell’era dell’intelligenza artificiale generativa. Ma le cose non sono andate come previsto.

Secondo Gurman, Giannandrea non è riuscito a integrarsi nel cerchio magico di Apple, forse per la sua personalità poco “aggressiva” rispetto ad altri dirigenti. Non ha lottato abbastanza per ottenere i finanziamenti necessari e non ha spronato a dovere il suo team. Soprattutto, Giannandrea era convinto che gli utenti non volessero chatbot AI come quelli di OpenAI o Google. Un’idea che si è rivelata clamorosamente sbagliata e che ha fatto perdere ad Apple un treno che non passa due volte.

Siri vecchia e Siri nuova, un matrimonio impossibile

Quando finalmente Apple si è decisa a investire sull’AI generativa, era ormai troppo tardi. L’idea iniziale era quella di integrare le nuove funzionalità di Apple Intelligence nella vecchia Siri, per accelerare i tempi. Ma il tentativo si è rivelato un fallimento totale. La vecchia architettura di Siri era incompatibile con i modelli di linguaggio di nuova generazione, rendendo impossibile una convivenza pacifica tra le due anime dell’assistente vocale.

A peggiorare le cose ci si è messo anche il marketing di Apple, che ha puntato tutto su funzionalità mirabolanti come una Siri potenziata o un Apple Intelligence in grado di accedere a ogni app del sistema. Peccato che queste funzioni fossero ben lungi dall’essere pronte. Il risultato? Annunci roboanti seguiti da imbarazzanti ritrattazioni e rinvii. Un autogol che ha minato la credibilità di Apple e ha deluso le aspettative degli utenti, che l’hanno trascinata in tribunale per pubblicità ingannevole.

LLM Siri, la scommessa del futuro

Ora Apple sta cercando di rimettere insieme i cocci di Apple Intelligence, partendo proprio da Siri. L’idea è quella di ricostruire da zero l’assistente vocale, basandolo interamente su un modello di linguaggio di grandi dimensioni. A lavorarci è il team di Zurigo, che sta sviluppando una nuova architettura in grado di rendere Siri più credibile, conversazionale e abile nel sintetizzare informazioni. In pratica, una Siri che possa competere ad armi pari con i chatbot AI più avanzati.

Per alimentare il nuovo modello, Apple sta pensando di sfruttare i dati degli iPhone in modo privacy-friendly, confrontando le informazioni sintetiche con quelle reali ma proteggendo l’identità degli utenti. Inoltre, si sta valutando di dare a Siri accesso al web, in modo che possa fungere anche da strumento di ricerca AI su Safari, sulla falsariga di Perplexity.

Giannandrea ai margini, Siri non è più un suo problema

In tutto questo, John Giannandrea sembra essere stato messo in panchina. Rimosso in primavera dallo sviluppo dei prodotti, da Siri e dai progetti di robotica, il capo dell’AI di Apple sarebbe sulla via del prepensionamento, secondo Gurman. I vertici Apple temono però che, se Giannandrea dovesse andarsene, molti dei ricercatori e degli ingegneri che ha portato con sé potrebbero seguirlo. Così, per ora, rimane in azienda, “felice che Siri non sia più un suo problema“, come riporta Gurman. Riuscirà la nuova Siri a risollevare le sorti di Apple Intelligence?

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Pubblicato il
19 mag 2025
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