I dazi imposti dal presidente Trump hanno scosso il mondo intero. E secondo l’analista Dan Ives di Wedbush Securities, Apple e Tesla sono le aziende che pagheranno il prezzo più alto.
Gli effetti dei dazi di Trump su Apple e Tesla
Per Ives, Apple è il colosso tech più esposto ai danni collaterali della guerra commerciale di Trump. Il motivo? Il 90% degli iPhone viene prodotto e assemblato in Cina. Come ha spiegato l’analista, nessuna azienda tecnologica statunitense subisce l’impatto negativo di questi dazi più di Apple, vista la sua massiccia esposizione produttiva in Cina.
Wedbush ha rivisto al ribasso il target price per le azioni Apple, riducendolo di ben 75 dollari. La nuova valutazione fissa l’obiettivo a 250 dollari per azione, in netto calo rispetto al precedente target di 325 dollari. Questo drastico ridimensionamento delle aspettative arriva in un momento particolarmente critico per l’azienda di Cupertino. Il titolo Apple sta già attraversando una fase di debolezza sul mercato, con una flessione del 4,3% nelle contrattazioni recenti che ha portato il valore di scambio a circa 180 dollari per azione.
Ma Apple non è l’unica vittima illustre dei dazi di Trump. L’analista di Wedbush, ha rivisto al ribasso anche il target price di Tesla, portandolo da 550 a 315 dollari per azione. Secondo Ives, però, i dazi non sono l’unico problema di Tesla. C’entra anche la politica del CEO Elon Musk, che ha creato una vera e propria crisi di brand per l’azienda. L’associazione di Musk con Trump e le sue politiche tariffarie stanno influenzando le vendite negli Stati Uniti e in Europa. Inoltre, minacciano anche la popolarità di Tesla in Cina, spingendo i consumatori cinesi tra le braccia di marchi locali come BYD.
Il futuro incerto delle big tech americane
Per Ives, è tempo che i leader di queste aziende si facciano sentire e prendano posizione contro politiche che danneggiano il business e l’immagine del made in USA. In questa guerra commerciale, non ci saranno vincitori. Solo vinti. E a pagarne le conseguenze potrebbero essere proprio i consumatori, che si troveranno a fare i conti con prodotti più costosi e meno innovativi.