Apple, tutto a gonfie vele tranne gli iPhone

Apple, tutto a gonfie vele tranne gli iPhone

Apple sta pagando sulla pelle degli iPhone le tensioni cinesi, ma il resto del gruppo va a gonfie vele: trimestrale negativa, ma Wall Street apprezza.
Apple, tutto a gonfie vele tranne gli iPhone
Apple sta pagando sulla pelle degli iPhone le tensioni cinesi, ma il resto del gruppo va a gonfie vele: trimestrale negativa, ma Wall Street apprezza.

Nelle prime parole della comunicazione trimestrale Apple c’è tutto: “Servizi, Mac e Wearable raggiungono il nuovo record di incassi“. Se in questa frase c’è tutto il senso della trimestrale, è perché in questo elenco manca l’iPhone, vero fulcro delle attenzioni di utenti e investitori. Dopo la lettera dell’amministratore delegato Tim Cook agli azionisti, con cui si preannunciava un passaggio a vuoto per gli smartphone del gruppo – destinato a perdurare anche ad inizio 2019 – è infatti la gamma iPhone ad essere al centro delle attenzioni di tutti.

E se la frase antecedente era l’inizio della storia, la fine è invece quella scritta a Wall Street: durante le contrattazioni after hour il titolo è balzato del 5% riportandosi a quota 165 dollari: si è ancora molto al di sotto rispetto ai picchi del 2018, ma al tempo stesso le azioni AAPL hanno trovato un rimbalzo in occasione di una delle verifiche più importanti di questo complesso passaggio.

Apple, Q1 2019

Complessivamente le entrate del primo trimestre 2019 (che termina il 29 dicembre 2018) sono state pari a 84,3 miliardi di dollari, in calo del 5% rispetto al primo trimestre 2018. Il peso principale per questa defaillance è relativa al calo del 15% delle entrate dalla gamma iPhone, mentre il resto dei prodotti e servizi del gruppo sono in ascesa del 19%. I problemi dell’iPhone XS erano noti, lo sbilanciamento delle vendite sul modello XR era cosa sdoganata, ma si trattava ora di pesare l’incidenza della cosa sugli incassi complessivi.

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Al netto dei problemi registrati in Cina, però, il gruppo gode di ottima salute ed il trimestre paga il peso del rallentamento in oriente. Cause circostanziate insomma, che il gruppo conta di ovviare scommettendo sui servizi e sulla rettifica dell’offerta iPhone. Su quest’ultimo fronte non ci sono notizie immediate, ma trapela la possibilità di tagli sul prezzo dei futuri iPhone in mercati specifici; per esaltare il bacino di utenti sui quali scommettere per l’area servizi, invece, il gruppo ricorda che sono 900 milioni gli iPhone attivi al mondo, su un totale di 1,4 miliardi di dispositivi iOS. Mai finora il gruppo aveva diramato queste cifre: una scelta strategica, nel momento in cui viene celato il ritmo di vendite, per concentrare l’attenzione più sul volume di utenze attive che non sul ritmo registrato trimestre dopo trimestre. Sono dunque questi i numeri ai quali può attingere chi sviluppa per App Store ed è questa la community da cui Cupertino ha il dovere di ripartire.

Apple Pay potrebbe essere uno dei tasselli fondamentali in questo rilancio: ad oggi ancora limitato in termini di funzionalità e mercati, il servizio potrebbe presto trovare ben maggiore applicazione andando ad abbracciare una fetta sempre più importante di quel miliardo di utenti che avrebbero in mano tutto l’occorrente per potervi accedere. Nel frattempo le trattative in atto tra Trump e Bejing potrebbero portare ad un rallentamento della morsa tra i due paesi, lasciando che la Cina possa tornare terreno di conquista ed ottenendo nuove armi concorrenziali contro gli emergenti brand orientali.

Incredibile il quantitativo di denaro cash su cui siede Cupertino: il totale ammonta ora a 245 miliardi di dollari, in crescita di un ulteriore 3% rispetto al trimestre precedente.

Fonte: Apple
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Pubblicato il
30 gen 2019
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