L'Assistente Google ha la voce di John Legend

L'Assistente Google ha la voce di John Legend

Il musicista statunitense John Legend presta la propria voce all'Assistente Google: l'iniziativa, purtroppo, al momento riguarda solo gli USA.
L'Assistente Google ha la voce di John Legend
Il musicista statunitense John Legend presta la propria voce all'Assistente Google: l'iniziativa, purtroppo, al momento riguarda solo gli USA.

Se l’obiettivo è quello di rendere l’intelligenza artificiale sempre più user friendly, bisogna anzitutto donarle una voce umana. Nel corso degli anni sono stati compiuti notevoli passi in avanti in questa direzione. L’iniziativa annunciata oggi e relativa all’Assistente Google si inserisce a pieno titolo in questa prospettiva: l’IA è in grado di parlare come John Legend.

John Legend e Assistente Google

Va precisato che, per ovvi motivi, la novità riguarda al momento esclusivamente la lingua inglese e solo gli Stati Uniti, dove gli algoritmi di Mountain View sono già in grado di intrattenere una conversazione telefonica grazie a Duplex. Il cantante è entrato in studio non per dar vita a un nuovo singolo o a un nuovo album, ma per registrare alcune frasi sulla base delle quali la tecnologia di bigG ha imparato a rispondere a domande e richieste: quelle sul meteo e sulla musica, ad esempio. Un cameo al momento o poco più, non un vero e proprio rimpiazzo per la voce più classica dell’Assistente Google, che almeno per ora continuerà a essere quella che gli utenti ben conoscono.

Non ancora in Italia

La tecnologia impiegata per far parlare l’Assistente Google come John Legend è quella di WaveNet, messa a punto dal team di DeepMind con l’obiettivo di generare flussi audio in grado di sembrare sempre meno il frutto di una sintetizzazione e sempre più umani. Non è chiaro se bigG replicherà in futuro iniziative di questo tipo attraverso collaborazioni con altri artisti o volti noti, né se arriveranno in altri territori (per l’Italia abbiamo in mente qualche nome).

Attribuire all’IA la voce di una celebrità può costituire un valore aggiunto in un mercato, quello relativo agli assistenti virtuali, dove di certo la concorrenza non manca e che grazie alla sempre più capillare diffusione di dispositivi come smart speaker o smart display le prospettive di crescita sono ampie.

Fonte: Google
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Pubblicato il
3 apr 2019
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