Banda larga in condivisione negli USA

Banda larga in condivisione negli USA

Due aziende hanno sviluppato due diverse tecnologie per ottenere lo stesso risultato: la condivisione della connettività a banda larga tra vicini di casa, per ottimizzare il flusso di dati in rete
Due aziende hanno sviluppato due diverse tecnologie per ottenere lo stesso risultato: la condivisione della connettività a banda larga tra vicini di casa, per ottimizzare il flusso di dati in rete


San Francisco – Due aziende americane, lavorando separatamente l’una dall’altra, sono arrivate in questi giorni a proporre soluzioni pressoché identiche per la condivisione della connettività internet banda larga. Mushroom Networks , da San Diego, e WiBoost Inc. , da Seattle, hanno costruito due prototipi, concettualmente molto simili, di due sistemi wireless che consentono la condivisione di un collegamento DSL a livello “di quartiere”. Un’idea tutt’altro che nuova ma che, secondo le due società, ha ottime possibilità di riuscita negli USA.

Entrambe le aziende affermano che grazie a questa tecnologia, fondata sul fatto che (negli USA) la banda larga c’è ma è molto sottoutilizzata, è possibile condividere una connessione ad alta velocità, mettendo in grado gli utenti di un piccolo nucleo urbano di scaricare file e pagine web a velocità 10 volte superiori di quelle permesse da una singola utenza collegata.

Le “strade” percorse dalle due aziende per sviluppare le rispettive tecnologie sono differenti ma, secondo quanto dichiarato, entrambe le soluzioni consentirebbero – ad esempio ad un gruppo di vicini di casa – di utilizzare dei normali router wireless per navigare in internet in parallelo. Il concetto di base è costituito dal collegare in parallelo più link a banda larga affinché siano divisi da un numero maggiore di utenti, soluzione paragonabile all’aggiunta di nuove corsie ad una superstrada per migliorare il flusso del traffico.

WiBoost, che è anche il nome della tecnologia sviluppata dall’omonima società, richiede l’installazione di un’antenna, posizionata all’esterno dell’abitazione. La società sta studiando una soluzione per concedere in licenza la propria tecnologia ad altre aziende del settore e si è posta l’obiettivo di arrivare ad offrire dispositivi “WiBoost” ad un prezzo compreso tra i 200 e i 300 dollari (tra i 160 e i 250 euro). In aree pianeggianti e senza particolari ostacoli, WiBoost assicura che il proprio sistema può essere utilizzato anche da utenti distanti tra loro alcune miglia, con un installazione “fai da te”.

Mushroom Networks sta invece sperimentando un dispositivo chiamato “access point aggregator”, che è simile ad un router WiFi convenzionale. Anch’esso ha lo scopo di fornire un collegamento a banda larga ad uffici e unità abitative tra loro attigue o comunque vicine.
Queste tecnologie possono permettere connettività ad un ampio gruppo di soggetti tra loro vicini, anche con pochi access point internet; ma se da una parte potrebbero fare la felicità degli utenti, per la riduzione dei costi di connettività, per un altro verso non è chiaro quale sia il livello di interesse dei provider internet per la nuova tecnologia.

D.B.

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Pubblicato il 18 gen 2006
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