Il nuovo business dei gemelli Winklevoss è Bitcoin, a quanto pare: dopo essere diventati noti alle cronache per la querelle legale con Mark Zuckerberg sull’idea che ha dato origine a Facebook, i due atletici capitalisti di ventura pianificano ora di scambiare BTC sul mercato azionario ufficiale.
Niente più intermediari equivoci, nessuna transazione dalla natura poco trasparente: quello che Cameron e Tyler Winklevoss intendono fare è creare un fondo (il “Winklevoss Bitcoin Trust”) quotato alla borsa americana, le cui azioni corrispondono al possesso di una certa quantità di BTC.
I documenti per la creazione del fondo sono già stati consegnati alla SEC (Securities and Exchange Commission), e anche se i Winklevoss promettono business – il primo giorno di scambi verranno messe in vendita 1 milione di azioni – non mancano di avvertire i potenziali acquirenti sui rischi connessi alla valuta virtuale più chiacchierata e volubile degli ultimi anni.
Sul mercato dei BTC potrebbe succedere di tutto: da un attacco tramite botnet a un “fork” del cripto-algoritmo che governa la circolazione di Bitcoin e ne sancisce le caratteristiche tecnologico-finanziarie, avvertono i Winklevoss, anche se il profumo di soldi attira molti. C’è anche chi si industria per realizzare degli ATM bancari in grado di trasformare banconote in BTC.
Il mercato Bitcoin è volatile e problematico da un punto di vista legale, e mentre Mt. Gox ha deciso di registrarsi ufficialmente presso il Tesoro statunitense – così da evitare ulteriori guai con la giustizia USA – un certo “Dr.Evil” (al secolo Michael Mancil Brown) ricatta Mitt Romney chiedendo una taglia di 1 milione di Bitcoin per non rendere pubblica la sua posizione con il Fisco. Alla fine, tutto quello che Brown ha ottenuto è stata una accusa di truffa ed estorsione .
Ancora a riprova della crescente diffusione della controversa valuta, negli States l’antidroga effettua il primo e in un certo senso storico sequestro di Bitcoin a uno spacciatore attivo su Silk Road – la darknet per droghe e affini accessibile dal network di Tor – mentre in Italia il blog di Autistici/Inventati squalifica Bitcoin come un gioco finanziario per “ultralibertari anarcocapitalisti”.
Alfonso Maruccia