BitTorrent, occhio al file sharing

BitTorrent, occhio al file sharing

Considerati i cento file più popolari sulle reti del torrentismo, i condivisori verrebbero individuati dopo appena 3 ore. Un regime di monitoraggio molto più esteso del previsto
Considerati i cento file più popolari sulle reti del torrentismo, i condivisori verrebbero individuati dopo appena 3 ore. Un regime di monitoraggio molto più esteso del previsto

La grande illusione dell’anonimato tra i vasti marosi del torrentismo, svelata in un recente studio condotto alla Birmingham University . Considerando i cento file più popolari sui principali client BitTorrent, gli utenti scariconi verrebbero individuati entro tre ore dalla connessione ai vari siti per il download dei contenuti .

Trattasi ovviamente di semplici indirizzi IP, non riconducibili all’identità degli utenti se non attraverso una specifica richiesta da parte di un giudice. Un downloader potrebbe inoltre approfittare di una connessione non protetta per scaricare materiale a nome di un ignaro soggetto terzo.

Analizzando un totale di oltre mille peer su 421 tracker, i ricercatori della Birmingham University hanno scoperto che i contenuti più popolari – che si tratti di blockbuster hollywoodiani o cofanetti dei Rolling Stones – vengono costantemente tracciati da società specializzate in monitoraggio dei flussi digitali .

“Non bisogna per forza essere un downloader massivo – hanno spiegato gli autori della ricerca – Anche chi scarica un solo film lascia tracce nelle attività di login e dunque è monitorato. Qualora il contenuto sia nella classifica dei cento più popolari, l’utente sarà individuato entro poche ore”. Una pratica che sembra invece assente per file meno diffusi .

I modi per nascondere le proprie tracce digitali sono svariati. Si può certamente sfruttare un servizio proxy o una rete VPN. Gli utenti del torrentismo ricorrono anche alle blocklist per evitare di connettersi a indirizzi IP appartenenti a gruppi dell’anti-pirateria. I ricercatori britannici hanno però sottolineato come le stesse blocklist non garantiscano una protezione totale .

Su 60 torrent pubblici, l’ateneo britannico ha scovato quasi 900 peer con caratteristiche associabili a quelle del monitoraggio online. Il 31 per cento sul totale dei peer non è compreso nelle blocklist sfruttate dai downloader per evitare le organizzazioni anti-pirateria , pronte a trasformare un semplice indirizzo IP in un colpevole del file sharing.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
5 set 2012
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