Blockchain, un servizio nella nuvola di IBM

Blockchain, un servizio nella nuvola di IBM

Big Blue annuncia importanti novità per la tecnologia nata assieme a Bitcoin, un sistema che offre un notevole livello di adattabilità alle esigenze dei singoli business. Già in corso i primi esperimenti commerciali
Big Blue annuncia importanti novità per la tecnologia nata assieme a Bitcoin, un sistema che offre un notevole livello di adattabilità alle esigenze dei singoli business. Già in corso i primi esperimenti commerciali

IBM Corporation fa sul serio quando si tratta di blockchain , il sistema di database distribuito sviluppato per tenere traccia delle transazioni a base di Bitcoin e ora alla base di un crescente numero di iniziative per la sicurezza finanziaria e non. La corporation ha una “sua” blockchain, ovviamente open source, ed è già a buon punto nella realizzazione delle prime iniziative commerciali concrete con i partner.

Una blockchain permette di creare un “libro mastro” digitale condiviso in rete, un database crittografico che dovrebbe permettere di verificare identità digitali, proprietà di dati e contenuti e le transazioni finanziarie di cui sopra. Prevedibilmente, IBM intende trasformare il concetto in un servizio cloud da offrire ai clienti tramite una soluzione Blockchain-as-a-Service (BaaS).

L’idea di BaaS non è nuova e IBM è già stata battuta sul tempo da altri colossi tecnologici del calibro di Microsoft ; nel caso di Big Blue, il codice alla base della blockchain cloud si chiama Hyperledger Fabric (HF) ed è gestito da Linux Foundation (anche) grazie ai fondi e al contributo della corporation statunitense. L’implementazione di una soluzione BaaS sulla piattaforma cloud di IBM coincide con il debutto della versione 1.0 del codice di HF.

La blockchain basata su HF 1.0 è la più sicura ed è pronta per l’adozione di massa, sostiene Big Blue, e a riprova del fatto la corporation presenta le prime partnership commerciali che avranno il compito di testare l’efficacia della nuova tecnologia. Il servizio di autenticazioni sicure SecureKey userà il cloud di IBM per verificare l’identità degli utenti, i quali potranno usare una app da cellulare per aprire un nuovo conto (o farsi attivare una nuova utenza domestica): la verifica dell’ID avrà successo se l’utente avrà già attivato un conto bancario presso uno dei istituti finanziari canadesi che partecipano al progetto.

Oltre al servizio di SecureKey c’è anche Energy-Blockchain Labs, società cinese con base a Pechino che intende servirsi della blockchain di Big Blue per gestire i permessi delle aziende impegnate nel mercato del carbone. E questo è solo l’inizio di un periodo di sperimentazioni delle blockchain che si prospetta carico di novità.

La piattaforma BaaS open source di HF 1.0 è in grado di gestire 1.000 transazioni al secondo, sostiene IBM, ed è una soluzione ottimale per le aziende perché non obbliga i singoli business a rinunciare alla propria indipendenza: HF permette di creare blockchain in grado di interconnettersi e “parlare” tra di loro, spiega il vice-presidente di IBM Jerry Cuomo, ma le aziende sono libere di realizzare il loro libro mastro individuale senza restrizioni.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 21 mar 2017
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