Bruxelles apre un'indagine su Nintendo

Bruxelles apre un'indagine su Nintendo

La casa videoludica giapponese avrebbe brigato con sette distributori europei per tenere alti i prezzi del suo NES e del Game Boy. Ora rischia fino al 10 per cento delle sue entrate annue
La casa videoludica giapponese avrebbe brigato con sette distributori europei per tenere alti i prezzi del suo NES e del Game Boy. Ora rischia fino al 10 per cento delle sue entrate annue


Bruxelles – La Commissione europea ha annunciato l’apertura di una indagine ufficiale su Nintendo , una delle più importanti produttrici di videogiochi e “mamma” del celeberrimo Game Boy.

Stando alla Commissione, Nintendo avrebbe creato un cartello con sette distributori europei per mantenere alti i prezzi dei sistemi NES e, appunto, di Game Boy. Una serie di pratiche anticompetitive e fuorilegge che, se confermate, potrebbero costare multe salatissime per Nintendo. Sulla carta, la Commissione potrebbe decidere di sanzionare la casa giapponese per il 10 per cento del venduto nell’ultimo anno.

In una nota, la Commissione ha affermato di ritenere “che le aziende nominate nell’inchiesta hanno creato un cartello con lo scopo di dividersi il mercato unico europeo”. In pratica le diverse società avrebbero messo in piedi sistemi per prevenire le esportazioni da un paese all’altro e per creare “giardini di raccolta” gestiti da ciascuna entità.

I distributori coinvolti sono l’italiana Linea GIG e: Itochu, Concentra, Bergsala, Nortec, CB-Contact Data, John Menzies. Ora Nintendo ha due mesi per presentare le proprie controdeduzioni alle accuse.

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Pubblicato il
3 mag 2000
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