Cade la linea? Colpa del Sole

Cade la linea? Colpa del Sole

I ricercatori di un ateneo canadese attribuiscono al fenomeno delle eruzioni solari la causa di alcune cadute di linea dei telefoni cellulari
I ricercatori di un ateneo canadese attribuiscono al fenomeno delle eruzioni solari la causa di alcune cadute di linea dei telefoni cellulari

Durante una conversazione via telefonino, improvvisamente cade la linea. I due interlocutori hanno la massima copertura di segnale, abbondante credito residuo, la batteria di entrambi i telefonini è carica e non ci sono problemi tecnici sul network mobile. Perché la linea è caduta? Colpa del Sole, dicono alcuni studiosi della Queen’s University .

I ricercatori dell’ateneo canadese hanno infatti condotto uno studio per comprendere le cause alla base delle cadute di linea, durante le telefonate su rete mobile, che si verificano senza una motivazione apparentemente valida. Lo studio, che è stato presentato il mese scorso ed è pronto per essere pubblicato su Proceedings of the IEEE , osserva che il problema può essere attribuito a eruzioni solari, che provocano emissioni di elettromagnetismo in grado di disturbare il segnale dei network mobili.

La ricerca sostiene che questo fenomeno è la causa principale del problema delle cadute di linea: secondo le statistiche, una percentuale variabile (in funzione di aree geografiche e stagioni) tra il 9 e il 22% delle conversazioni telefoniche si interrompe per questo motivo.

“Riteniamo che esista una correlazione tra questi problemi e l’energia irradiata dal Sole verso il campo magnetico terrestre” ha dichiarato il professor David Thomson.

Per essere certi di non incappare in questo problema non si deve però attendere il calare della sera e forse gli operatori di telefonia mobile non dovranno aprire ombrelli sui loro ripetitori: “La probabilità di un disturbo di segnale aumenta se le torri (su cui sono installate le antenne delle compagnie telefoniche) sono esposte al sole, ma le eruzioni solari non sono un fenomeno costante e continuo”.

Dario Bonacina

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Pubblicato il
13 lug 2007
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