Call of Duty, social network per giocatori paganti

Call of Duty, social network per giocatori paganti

Activision ha presentato il social network pensato per "migliorare" l'esperienza multiplayer del suo nuovo titolo videoludico con una valanga di statistiche, ricchi premi e cotillon. Il tutto, naturalmente, a pagamento
Activision ha presentato il social network pensato per "migliorare" l'esperienza multiplayer del suo nuovo titolo videoludico con una valanga di statistiche, ricchi premi e cotillon. Il tutto, naturalmente, a pagamento

Si chiama Call of Duty Elite ed è il primo social network a sfondo videoludico pensato per arricchire l’esperienza multiplayer della pluri-premiata saga pubblicata da Activision. Il servizio verrà lanciato in concomitanza con l’uscita di Call of Duty: Modern Warfare 3 il prossimo novembre, promettendo ai giocatori paganti di riempire la loro vita di statistiche, premi (reali e virtuali), funzionalità di matchmaking e strumenti di gestione del proprio profilo multiplayer.

L’idea di lanciare una rete sociale per un videogame è nata dalla constatazione che “il giocatore medio di Call of Duty spende 58 minuti al giorno giocando in multiplayer”, dice il CEO di Activision Eric Hirshberg, un tempo superiore a quello passato online dall’utente medio di Facebook.

La nascita del circuito “Elite” sarebbe insomma soltanto una risposta dovuta all’esigenza di consolidare la community composta dalla “variegata base di giocatori” di Call of Duty, dice Activision. Si tratta di un servizio – a pagamento – rivolto a tutti, agli “hardcore gamer”, ai “guerrieri della domenica” e ai niubbi e ognuno di loro troverà di che passare il tempo durante le proprie sessioni di gioco online.

Ma l’idea – sulla carta ottima – di offrire un servizio a pagamento per un gioco dal costo base non indifferente non sembra sia stata accolta in maniera molto positiva : una frangia inviperita della stessa community che dovrebbe passare il proprio tempo telematico sul network Elite si dice infastidita o persino “insultata” dal nuovo servizio a pagamento di Activision, e boccia la prospettiva di dover offrire ogni mese altro denaro a una casa produttrice che pensa a monetizzare fino all’ultimo bit l’esistente trascurando lo sviluppo di nuovi titoli.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
3 giu 2011
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