ChatGPT darà priorità agli annunci pubblicitari nel chatbot

ChatGPT darà priorità agli annunci pubblicitari nel chatbot

OpenAI sta pianificando di inserire la pubblicità su ChatGPT riservando un trattamento preferenziale ai risultati sponsorizzati.
ChatGPT darà priorità agli annunci pubblicitari nel chatbot
OpenAI sta pianificando di inserire la pubblicità su ChatGPT riservando un trattamento preferenziale ai risultati sponsorizzati.

Immaginiamo per un attimo la scena, si chiede a ChatGPT quanto ibuprofene prendere per il mal di testa, e invece di una risposta medica si riceve un annuncio luccicante per il Brufen. Il dosaggio corretto? Sepolto da qualche parte sotto una montagna di testo pubblicitario, proprio come succede quando si prova a cercare qualcosa su Google e si devono saltare i “risultati sponsorizzati” prima di arrivare a un’informazione vera.

ChatGPT diventerà pieno di pubblicità? Ecco cosa bolle in OpenAI

È questo purtroppo, il futuro che OpenAI sta pianificando per ChatGPT. Secondo un report di The Information, i dipendenti dell’azienda stanno discutendo animatamente su come trasformare il loro chatbot da assistente affidabile a venditore instancabile. Il piano? Dare ai risultati sponsorizzati un “trattamento preferenziale” rispetto a quelli non sponsorizzati. Perché quando si hanno 900 milioni di utenti settimanali da monetizzare, la tentazione di trasformarli nel pubblico perfetto per gli inserzionisti diventa irresistibile.

Le conversazioni interne tra i dipendenti di OpenAI rivelate da The Information offrono uno sguardo inquietante su quello che presto potrebbe diventare la norma. I piani non sono ancora definitivi, ma la direzione è chiara: ChatGPT sta per diventare un canale pubblicitario mascherato da strumento utile.

Il problema non è solo che ci saranno la pubblicità. È che questi annunci riceveranno un trattamento preferenziale. Significa che quando si chiede qualcosa, ChatGPT potrebbe dare prima la risposta che qualcuno ha pagato per farci vedere, non quella più accurata o utile.

Gli utenti scapperanno a gambe levate?

OpenAI è perfettamente consapevole che bombardare gli utenti con pubblicità potrebbe non essere la mossa più popolare. Le conversazioni interne si sono concentrate su come inserire annunci senza far scappare la gente in massa. Il rischio è che gli utenti percepiscano gli inserzionisti come il terzo incomodo che si inserisce nelle loro conversazioni, mandando alle ortiche l’esperienza.

Un prototipo pubblicitario mostrato a The Information rivelava una strategia interessante: gli annunci apparirebbero solo dopo un secondo prompt inviato a ChatGPT. L’idea è di non bombardare subito l’utente appena inizia a chattare, ma aspettare che sia abbastanza coinvolto nella conversazione prima di infilarci la pubblicità. Potrebbe anche funzionare

La pubblicità era già nell’aria

La notizia non arriva dal nulla. A inizio dicembre un esperto informatico aveva già scoperto una decina di righe di codice nella versione beta dell’app Android di ChatGPT che facevano riferimento a “annunci in evidenza” e “caroselli di annunci di ricerca”. OpenAI stava chiaramente testando il terreno, preparando l’infrastruttura necessaria per trasformare il chatbot in una piattaforma pubblicitaria.

Il portavoce di OpenAI ha spiegato che: Man mano che ChatGPT diventa più capace e ampiamente utilizzato, stiamo cercando modi per continuare a offrire più intelligenza a tutti. In questo ambito, stiamo esplorando come potrebbero apparire gli annunci nel nostro prodotto. Le persone hanno un rapporto di fiducia con ChatGPT e ogni approccio sarà progettato per rispettare tale fiducia.

Il riferimento alla “fiducia” è particolarmente interessante, considerando che stanno pianificando di dare priorità ai contenuti sponsorizzati rispetto a quelli oggettivamente più utili…

L’inevitabile calata della pubblicità

ChatGPT ha un pubblico troppo grande e troppo coinvolto per lasciarlo incontaminato dalla pubblicità. E c’è troppo denaro in gioco. OpenAI potrebbe essere partita con nobili intenzioni di democratizzare l’intelligenza artificiale, ma alla fine è un’azienda che deve generare profitti e soddisfare investitori.

La pubblicità arriverà, oramai è cosa nota, ma non si sa quanto sarà invasiva. OpenAI cercherà di trovare un equilibrio, ma Internet ci insegna come finiscono queste storie. Anche Google era solo una pagina bianca con una barra di ricerca… Basta guardare com’è andata.

Il modello è sempre lo stesso, si crea qualcosa di utile, si attirano milioni di utenti, e poi si inizia a monetizzare spremendo ogni goccia di valore da quel pubblico. Facebook era per connettersi con gli amici, adesso è un feed infinito di sponsorizzate. Instagram era per condividere foto, adesso è praticamente un catalogo di vendita. YouTube era per guardare video, adesso si devono sopportare tre pubblicità prima di vedere qualsiasi cosa.

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Pubblicato il
31 dic 2025
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