Ogni volta è sempre la stessa storia. Si apre ChatGPT, si comincia a scrivere e ci si ritrova a spiegare di nuovo chi si è, cosa si fa, e come deve rispondere. È come incontrare sempre la stessa persona che però non si ricorda mai di te, un po’ come capita nel film “50 volte il primo bacio”, dove Adam Sandler deve conquistare ogni giorno Drew Barrymore che ha perso la memoria.
Ma ChatGPT può ricordarsi di noi molto più di quanto pensiamo. Il problema è che la maggior parte delle persone non sa come sfruttare questa funzione. Eppure, una volta capito il meccanismo, cambia tutto. Le conversazioni diventano più fluide, le risposte più azzeccate, e finalmente si smette di perdere tempo a ripetere sempre le stesse cose.
Come funziona la memoria di ChatGPT?
ChatGPT ha una specie di “quaderno degli appunti” dove annota tutto quello che gli diciamo di noi. Non è un semplice elenco di fatti, tutt’altro. È un ritratto di chi siamo. Il nostro lavoro, i nostri interessi, il modo in cui ci piace comunicare, ecc. Questa funzione di memoria esiste dall’inizio del 2024 ed è inclusa nell’abbonamento ChatGPT Plus. La cosa buffa, è che è attiva di default, solo che molti non se ne accorgono o non la usano nel modo giusto.
Per controllare se la funzione è attiva, basta andare nelle impostazioni, poi Personalizzazione e infine Memoria. Lì puoi si può vedere tutto quello che ChatGPT sa di noi, modificarlo o cancellarlo completamente.
Memoria di ChatGPT: come sfruttarla al meglio con il trucco “ricorda questo”
Esistono alcuni espedienti efficaci per far sì che ChatGPT ricordi esattamente quello che serve e si comporti come un vero assistente personale. Un trucchetto infallibile è chiedere di ricordarsi qualcosa, letteralmente. Basta dire: “Ricordati che…” seguito da quello che si vuole che memorizzi. Ad esempio, “Ricorda che preferisco spiegazioni brevi e dirette, senza troppi giri di parole“.
Di solito ChatGPT risponde con qualcosa tipo “Perfetto, me lo ricorderò per le prossime volte“. Se invece ti chiede il permesso, significa che la memoria non è stata ancora attivata. In quel caso, il chatbot chiede se si vuole abilitare. Basta accettare, oppure – come detto prima – andare manualmente nelle Impostazioni > Personalizzazione > Memoria per attivarla.
Una cosa importante: la funzione di memoria non è infallibile e non sempre funziona al primo colpo. A volte bisogna insistere un po’ e ripetere l’informazione in modo più chiaro o sintetico, oppure riformularla. La costanza è fondamentale. E se qualcosa nella propria situazione cambia, basta aggiornare le informazioni dicendo, ad esempio: “Aggiorna quello che sai su di me: ora lavoro in un’agenzia di comunicazione“, oppure “Dimentica che vivo a Roma, mi sono trasferito a Milano“.
E se non si ha l’abbonamento premium? Nessun problema. Esiste un trucco per simulare la memoria almeno durante una singola conversazione. Basta scrivere all’inizio di ogni chat, qualcosa del tipo: “Per tutta la conversazione, tieni presente che sono un insegnante di scuola elementare e ho bisogno di spiegazioni semplici e pratiche“. Oppure: “Immagina di essere il mio consulente marketing personale: conosci la mia azienda di catering e sai che punto sempre su qualità e tradizione“.
Anche se la prossima volta ChatGPT avrà dimenticato queste informazioni, le ricorderà per tutta la durata della conversazione attuale. È una tecnica che sfrutta la cosiddetta “continuità del contesto”. Il modello usa le informazioni fornite nei messaggi precedenti per costruire risposte coerenti e pertinenti, come se avesse una memoria temporanea attiva. Inoltre, proprio qualche giorno fa, OpenAI ha esteso la funzione anche agli utenti gratuiti, anche se in una versione leggera. Quella completa resta riservata a chi paga. Significa che per qualche giorno, ChatGPT ricorderà quello che gli abbiamo detto.
Cosa sa davvero di noi ChatGPT?
Ogni tanto vale la pena fare una verifica. È sufficiente chiedere semplicemente: “Cosa ti ricordi di me?” La risposta può essere sorprendente. Magari si scopre che ChatGPT ha notato dettagli che nemmeno si ricordava di aver condiviso. Tipo: “So che non hai figli, lavori nel marketing digitale, vivi a Roma, hai un cane di nome Lillo e ami molto viaggiare. Preferisci consigli pratici che puoi applicare subito.”
Questo controllo è utile per due motivi. In primis, per rendersi conto se il chatbot di OpenAI ha memorizzato le cose giuste. Poi permette di capire come ci “vede” e di conseguenza come modellerà le sue risposte. A volte ChatGPT può fraintendere qualcosa.
Due regole d’oro per sfruttare al meglio la memoria di ChatGPT:
- Non confondere la memoria con un bloc notes. È perfetta per preferenze stabili e informazioni che non cambiano spesso. Le liste della spesa o gli sfoghi del momento è meglio gestirli diversamente. La memoria funziona meglio con fatti concreti piuttosto che con stati d’animo temporanei.
- Fare pulizia ogni tanto. La memoria non è perfetta e a volte può ricordare informazioni sbagliate o superate. Un controllo periodico evita malintesi futuri. Se si cambia lavoro, ci si trasferisce, o semplicemente si hanno altre preferenze, bisogna aggiornare anche ChatGPT.
Esempi pratici per iniziare subito a usare la memoria di ChatGPT
Ecco alcune frasi pronte che si possono usare per iniziare a costruire il profilo perfetto:
- Per il lavoro: “Ricordati che sono un [Indicare il ruolo] specializzato [Specificare il settore]“
- Per lo stile di comunicazione: “Preferisco risposte strutturate con punti elenco e esempi concreti, massimo 200 parole“
- Per il contesto personale: “Vivo a Milano, ho due gatti, lavoro da remoto e spesso scrivo durante le pause pranzo“
- Per i progetti: “Sto scrivendo un libro sulla storia dell’arte contemporanea, quindi spesso avrò domande in questo ambito“
Vale sempre la stessa regola. Più dettagli si forniscono, più ChatGPT potrà personalizzare le sue risposte. Ma attenzione a non esagerare. Meglio aggiungere informazioni gradualmente piuttosto che bombardarlo tutto in una volta.
Una volta impostato le basi, si può sfruttare la memoria per casi d’uso più sofisticati. Ad esempio, se si sta seguendo un corso di formazione, si può dire a ChatGPT di ricordarsi a che punto si è arrivati. Se gli si dice che un consiglio è stato particolarmente utile, o al contrario poco adatto al proprio caso, imparerà a calibrare meglio i suggerimenti.
Come gestire le informazioni sensibili
Un consiglio spassionato: attenzione a cosa si condivide. ChatGPT ricorda tutto quello che gli diciamo di memorizzare, quindi, meglio evitare informazioni troppo personali o sensibili. In caso di dubbi, conviene sempre usare la funzione di chat temporanea per conversazioni che si preferisce non vengano archiviate. Inoltre, si può essere selettivi. Nel senso, che si chiede a ChatGPT di memorizzare le preferenze di lavoro e comunicazione, ma magari non i dettagli della propria vita privata. La memoria dovrebbe migliorare l’efficienza, non creare preoccupazioni sulla privacy.