Immaginiamo di avere al nostro fianco un assistente instancabile, pronto a svolgere qualsiasi compito assegnato: cercare informazioni online, organizzare l’agenda, scrivere report o generare idee creative. Un assistente personale sempre disponibile. Capace non solo di eseguire alla lettera le nostre istruzioni, ma anche di imparare a conoscere le nostre preferenze e adattarsi al nostro stile di lavoro… Fantascienza? No, è ChatGPT Tasks, la nuova funzionalità lanciata da OpenAI che trasforma il celebre chatbot in un vero e proprio assistente personale virtuale.
Con Tasks, si possono delegare a ChatGPT una serie di compiti e incombenze, e risparmiare tempo e fatica. Per il momento, la funzione è riservata solo agli utenti del piano Plus, Pro, and Team.
Automatizzare il lavoro con l’intelligenza artificiale
Tasks – attualmente – è quanto di più vicino agli agenti AI. E per il momento è anche l’unica cosa che potremo sperare di vedere presto. Sam Altman ha smentito le voci sull’AGI, accusando X di aver alimentato soltanto il clamore. Ha però annunciato l’arrivo di un agente AI, addirittura entro la fine di gennaio. Si tratta del famigerato Operator? Staremo a vedere, ma gli indizi nascosti nel codice e sul sito di OpenAI fanno pensare che ci siamo quasi.
Intanto con Tasks possiamo avere un assaggio di come sarà il mondo nel prossimo futuro, quando gli agenti AI saranno la normalità. Tutte le principali aziende tech, infatti, stanno rivolgendo lo sguardo a questo nuovo strumento di intelligenza artificiale, da Anthropic, con Claude 3.5 Sonnet a Google, con Gemini Deep Research.
Per testarne le potenzialità di Tasks, si può chiedere a ChatGPT di monitorare quotidianamente le principali novità nel campo dell’intelligenza artificiale, selezionando le notizie più rilevanti su ChatGPT, Claude e Gemini e inviarle via email ogni mattina alle 9 sotto forma di report.
Il risultato? Mentre si sorseggia il proprio caffè, si riceve comodamente nella propria casella di posta una rassegna stampa personalizzata sull’AI, pronta per essere letta e condivisa con i colleghi. Certo, ChatGPT non è ancora perfetto: a volte include notizie non aggiornatissime o non filtra bene i contenuti rilevanti. Ma è un primo, promettente passo verso un futuro in cui l’AI ci semplifica la vita lavorativa e non solo.
3 consigli per ottenere il massimo da ChatGPT Tasks
Ma come si fa a ottenere il massimo da questo assistente virtuale? Ecco alcuni consigli pratici.
1. Essere specifico nelle istruzioni
La prima regola è essere molto specifici nelle istruzioni. Per esempio, se gli si chiede di produrre una lista di notizie su un argomento specifico, bisogna indicare che la lista deve includere solo articoli con una data di pubblicazione in un determinato lasso di tempo (per esempio 24 ore). Aiuta anche includere alcuni prompt negativi e specificare il formato in cui dovrebbe visualizzare le informazioni.
È un po’ come dare istruzioni a un cuoco. Non basta dire “Cucina qualcosa di buono” o “Preparami un piatto di pasta” – bisogna specificare che tipo di pasta si vuole, quali ingredienti evitare (magari si è allergici), e come deve essere presentato.
Facciamo un esempio concreto. Supponiamo che si voglia monitorare il mercato tech. Invece di una generica richiesta tipo “Dammi le azioni tech che vanno bene“, si potrebbe chiedere: “Voglio una tabella con le 10 azioni tech più performanti nelle ultime 24 ore. Per ogni azione mostra:
- Nome e simbolo;
- Variazione % a 24, 48 e 72 ore;
- NON includere penny stock;
- NON includere aziende con capitalizzazione sotto 1 miliardo;
- Organizza i dati in ordine decrescente di performance a 24 ore;
- Evidenzia in grassetto le variazioni superiori al 10%”.
Più si è specifici su cosa si vuole e cosa non si vuole, più l’AI potrà dare esattamente quello che si cerca, nel formato che serve.
2. Indicare quali strumenti usare
È come quando si delega un compito a un nuovo collega che ha accesso a diversi strumenti in ufficio, ma non sa quali usare per il progetto. Non basta dire “Prepara una presentazione“. Bisogna specificare se deve usare PowerPoint, Canva o altri software.
Con ChatGPT Tasks funziona allo stesso modo. Se su vuole che faccia una ricerca approfondita sulle ultime tendenze di marketing ad esempio, bisogna dirgli esplicitamente di usare la funzione di ricerca web e non basarsi solo sul suo background di conoscenze.
Un esempio concreto potrebbe essere: “Ogni lunedì alle 9:00, vorrei che:
Usassi la funzione di ricerca web per trovare le ultime novità sul mercato immobiliare;
Generassi un’immagine con DALL-E che riassuma il trend principale;
Mi inviassi un report con entrambi gli elementi”.
3. Specificare il formato del report
È importante anche indicare esattamente come devono essere visualizzate le informazioni. Per esempio, se si vuole un report giornaliero sulle notizie tech, si potrebbe dire: “Voglio un report strutturato così:
Un paragrafo di sintesi all’inizio (massimo 3 righe);
Le 3 notizie principali in box evidenziati;
Una tabella con i trend della giornata;
Ogni sezione deve avere un titolo in grassetto“.
O magari se si sta monitorando i social media della propria azienda: “Mandami ogni sera alle 18:00 un report con:
I numeri chiave in una tabella compatta;
Un grafico dell’engagement;
I top 3 post in ordine di performance;
NO screenshot, solo testo formattato”.
Verso una nuova era di collaborazione uomo-macchina?
Ma ChatGPT Tasks è solo la punta dell’iceberg di una rivoluzione ben più profonda che sta investendo il mondo del lavoro e non solo. Con il progredire dell’intelligenza artificiale, emergerà sempre di più nuova forma di collaborazione tra uomo e macchina, in cui le competenze uniche di entrambi forse si fonderanano.
L’AI non sostituirà il lavoro umano (si spera!), ma lo trasformerà profondamente. Certo, questa trasformazione non sarà indolore e richiederà un profondo ripensamento dei modelli organizzativi, delle competenze e dei ruoli all’interno delle aziende e della società.
Bisognerà investire nella formazione delle persone e sviluppare nuovi criteri di valutazione delle prestazioni e del merito. E soprattutto, bisognerà affrontare le sfide etiche che l’uso pervasivo dell’AI impone.
Alcuni, come il CEO di OpenAI Sam Altman, sono convinti che stiamo assistendo solo ai primi “vagiti” di un’intelligenza artificiale generale, in grado un domani di eguagliare e superare le capacità umane in ogni campo. Chi invece è convinto che l’AI sia un mezzo estremamente potente, ma comunque limitato. Palla al centro?