ChatGPT si è piazzato al quinto posto tra i siti desktop più visitati al mondo e al settimo se si considera anche il traffico mobile. Il merito è dei suoi 4 miliardi (quasi) di visitatori al mese.
ChatGPT: 4 miliardi di visitatori al mese, ma la crescita rallenta
Secondo i dati di Similarweb, a febbraio 2025 ChatGPT ha registrato la bellezza di 3,905 miliardi di visite. Un nuovo record, certo, ma solo l’1,44% in più rispetto a gennaio. La crescita anno dopo anno è importante, le visite sono aumentate del 137% rispetto a febbraio 2024. Ma l’andamento fa pensare che la piattaforma si avvia verso una fase di stabilizzazione.
ChatGPT in February:
➡️ 3.905 billion visitors (record high)
➡️ 137% growth compared to February 2024
➡️ 1.44% growth compared to January 2025📷👇 Website visits to ChatGPT since its launch in November 2022 pic.twitter.com/W88Un7DLwN
— Similarweb (@Similarweb) March 9, 2025
Con l’1,86% del traffico web globale, ChatGPT si è guadagnato di diritto un posto nell’olimpo dei siti più frequentati al mondo. Eppure, nonostante questa mole di utenti, il chatbot genera un flusso di traffico in uscita irrisorio. Negli Stati Uniti, negli ultimi sei mesi, Reuters ha ricevuto solo 50.900 referral da ChatGPT, il massimo tra tutti i fornitori di notizie. Il New York Post segue con 42.800 referral e il New York Times con 31.600.
Questi dati rivelano uno schema inquietante. ChatGPT è uno dei siti più visitati di Internet, ma pochissimi utenti cliccano sulle fonti citate. Anche mettendo insieme i clic verso i dieci maggiori siti di news citati dall’AI, tra cui Wall Street Journal, Forbes e Business Insider, non si arriva nemmeno a 300.000 visite in sei mesi! Una vera miseria.
Un ecosistema web in bilico
OpenAI non è principalmente un motore di ricerca, ma l’azienda ha stretto diverse partnership con i media per migliorare la provenienza delle informazioni. Eppure gli utenti raramente consultano i contenuti originali. Uno studio recente ha scoperto che il 96% degli utilizzatori dei chatbot AI non clicca mai sui link delle fonti.
Questo comportamento crea due problemi: gli utenti non verificano informazioni potenzialmente errate e servizi come la ricerca ChatGPT e la nuova ricerca AI di Google rischiano di minare il tradizionale ecosistema web. Insomma, ChatGPT è diventato uno dei siti più visitati al mondo, ma sta anche contribuendo a trasformare il web in un luogo dove le fonti originali contano sempre meno. Un paradosso che potrebbe avere conseguenze profonde sul futuro della rete come la conosciamo.
Il successo straordinario di ChatGPT nasconde un’amara verità: più il chatbot cresce, più rischia di “prosciugare” il web da cui attinge le informazioni.