Chrome Privacy Sandbox: nuove accuse per Google

Chrome Privacy Sandbox: nuove accuse per Google

L'indagine antitrust avviata a dicembre contro Google negli Stati Uniti comprende ora l'iniziativa Privacy Sandbox per il browser Chrome.
Chrome Privacy Sandbox: nuove accuse per Google
L'indagine antitrust avviata a dicembre contro Google negli Stati Uniti comprende ora l'iniziativa Privacy Sandbox per il browser Chrome.

La funzionalità verrà attivata non prima del 2022, ma già sono numerose le azioni messe in atto per bloccare l’introduzione della Privacy Sandbox di Chrome. La denuncia antitrust presentata dal Texas e altri nove stati a metà dicembre è stata ora emendata per includere anche l’iniziativa pensata da Google per sostituire i cookie di terze parti. L’azienda di Mountain View ha presentato a gennaio alcune possibili alternative.

Indagine antitrust per la Privacy Sandbox

L’indagine antitrust avviata a metà dicembre da 10 stati riguardava principalmente il presunto monopolio di Google nel mercato dell’advertising online (una simile indagine è stata avviata anche in Italia da AGCM). Con l’emendamento del 15 marzo, il numero di stati è aumentato a 15 e sono stati aggiunti riferimenti all’iniziativa Privacy Sandbox per evidenziare l’abuso di posizione dominante nel mercato dei browser e quindi l’ostacolo alla concorrenza.

Secondo i procuratori generali dei 15 stati, Google utilizza il suo dominio in vari mercati per costringere le aziende a scegliere le sue piattaforme di advertising. L’eliminazione dei cookie di terze parti e l’introduzione della Privacy Sandbox rappresenterebbe un ostacolo alla concorrenza e un rafforzamento della posizione dominante di Google.

Nella denuncia è scritto che “Google vuole nascondere le sue vere intenzioni dietro il pretesto della privacy. Google non pone fine alla profilazione degli utenti o alla pubblicità mirata, ma mette il browser Chrome al centro del tracciamento“. Questa è la dichiarazione ufficiale rilasciata dall’azienda di Mountain View:

Le ultime affermazioni del Procuratore Generale Paxton (del Texas, ndr) descrivono in modo sbagliato molti aspetti della nostra attività, inclusi gli step che stiamo attuando con l’iniziativa Privacy Sandbox per proteggere la privacy delle persone mentre navigano sul web. Questi sforzi sono stati accolti favorevolmente dai sostenitori della privacy, dagli inserzionisti e dai nostri stessi rivali come un passo avanti per preservare la privacy degli utenti e proteggere i contenuti gratuiti. Ci difenderemo con forza dalle affermazioni infondate del Procuratore Generale Paxton in tribunale.

Una simile denuncia antitrust è stata presentata nel Regno Unito. Altre due denunce sono state depositate da 38 stati USA e dal Dipartimento di Giustizia.

Fonte: The Verge
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Pubblicato il
17 mar 2021
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