Kodak è tra le realtà che maggiormente hanno subito le conseguenze del passaggio dall’analogico al digitale, nel mondo della fotografia. Il forte calo nella richiesta delle pellicole e dei supporti, registrato in pochi anni, ha avuto un impatto considerevole. Ora, dopo oltre un decennio tormentato, trascorso tra tentativi di rilancio, iniziative di scarso successo in ambito smartphone e la produzione di farmaci, l’azienda rischia seriamente la chiusura.
Kodak, i conti non tornano: futuro incerto
Un documento pubblicato dalla Securities and Exchange Commission statunitense fa riferimento alla mancanza di finanziamenti impegnati o liquidità disponibile
per far fronte a debiti per 500 milioni di dollari. Tradotto: potrebbero non esserci le condizioni per andare avanti.
I risultati finanziari relativi al secondo trimestre del 2025 fanno riferimento a ricavi per 263 milioni di euro, in calo dell’1% anno su anno. L’amministratore delegato Jim Continenza afferma che sono stati effettuati progressi rispetto al nostro piano a lungo termine, nonostante le sfide di un ambiente aziendale incerto
.
Rischia così di interrompersi un’attività che ha accompagnato 133 anni di storia. Formalmente, la fondazione risale al 1892, anche se già nel 1888 il creatore George Eastman vendette la sua prima fotocamera destinata a non professionisti per 25 dollari, accompagnandola con lo slogan Voi premete il pulsante, noi facciamo il resto
.
Cosa sostiene oggi il business di Kodak, considerando l’impatto del digitale sul mercato della fotografia analogica? L’azienda continua comunque a produrre pellicole, anche per i professionisti nel mondo del cinema, oltre ad essere impegnata nel mercato dei materiali e nelle soluzioni per la stampa.
Una curiosità: a interpretare l’alieno Ciribiribì negli spot degli anni ’80 è stato l’attore italiano Davide Marotta. Classe 1962, nel corso della sua carriera ha preso parte a diverse rappresentazioni teatrali ed è comparso in numerosi lungometraggi lavorando con registi del calibro di Dario Argento, Federico Fellini, Mel Gibson, Leonardo Pieraccioni e Matteo Garrone.
Aggiornamento (14 agosto 2025)
Kodak ha reso noto attraverso le pagine del sito The Verge che ha trovato la soluzione per evitare la chiusura. Riportiamo la dichiarazione integrale in forma tradotta.
Kodak è fiduciosa di poter estinguere una parte significativa del suo prestito a termine ben prima della scadenza e di modificare, prorogare o rifinanziare il debito residuo e/o le obbligazioni relative alle azioni privilegiate. Per finanziare il rimborso, prevediamo di attingere ai circa 300 milioni di dollari in contanti che prevediamo di ricevere dalla restituzione e dalla liquidazione del nostro fondo pensione statunitense (il Kodak Retirement Income Plan, o “KRIP”) a dicembre. Tuttavia, la restituzione del KRIP non è sotto il controllo esclusivo di Kodak e pertanto non è considerata “probabile” ai sensi dei principi contabili statunitensi GAAP, che sono ciò che ha determinato la “continuità aziendale”. Una volta completata la restituzione del KRIP, Kodak sarà praticamente priva di debito netto e avrà un bilancio più solido di quanto non lo sia stato negli ultimi anni.