Kodak produrrà farmaci, idrossiclorochina compresa

Kodak, dalla fotografia all'idrossiclorochina

Gli USA hanno staccato un assegno da 765 milioni di dollari in favore di Kodak per avviare la produzione di farmaci, inclusa la idrossiclorochina.
Kodak, dalla fotografia all'idrossiclorochina
Gli USA hanno staccato un assegno da 765 milioni di dollari in favore di Kodak per avviare la produzione di farmaci, inclusa la idrossiclorochina.

Il governo degli Stati Uniti ha riconosciuto a Kodak (Eastman Kodak Company) un prestito da 765 milioni di dollari per lanciare il nuovo business Pharmaceuticals: si occuperà della produzione di alcuni farmaci e più nel dettaglio degli ingredienti che servono per sintetizzarli. Nell’elenco, stando alle indiscrezioni della stampa d’oltreoceano, anche l’idrossiclorochina.

Nasce Kodak Pharmaceuticals, col placet di Trump

È il medicinale antimalarico ritenuto da alcuni efficace nella lotta al coronavirus. Sponsorizzato tra gli altri da Donald Trump (nonché dal figlio Donald Jr che per questo ha subito limitazioni sui social), ad oggi non è ufficialmente riconosciuto come una cura per la malattia. Nel nostro paese si sono pronunciati sul tema sia l’Agenzia Italiana del Farmaco sia l’Istituto Superiore di Sanità mettendo in guardia a proposito dei rischi legati a una sua assunzione senza prescrizione né controllo medico.

Lo stesso Presidente USA in un intervento di poche ore fa commenta con toni entusiastici il ricorso al Defense Production Act per staccare l’assegno e concentrare la produzione dei farmaci nel territorio statunitense.

È un grande nome se ci pensate. Un grande nome. È stato uno dei più grandi al mondo, poi è arrivato il digitale e Kodak non ha saputo adeguarsi, ma ora sotto la guida di una leadership straordinaria si sta muovendo in un nuovo territorio che attira alcuni dei migliori talenti del pianeta.

Fondata a New York nel 1888, Kodak ha certamente caratterizzato e influenzato l’evoluzione delle tecnologie legate alla fotografia nell’era analogica, giocando un ruolo da protagonista soprattutto nella produzione delle pellicole, perdendo poi però progressivamente quote di mercato con l’avvento del digitale. Una decina di anni fa i primi seri problemi finanziari, seguiti di lì a poco dalla dichiarazione di bancarotta, dalla dismissione di brevetti e successivamente dalla creazione di nuovi business inerenti attività come stampa 3D e industriale. Nel 2015 anche il lancio, senza però ottenere il successo sperato, di uno smartphone dallo stile vintage.

Fonte: DFC
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Pubblicato il
29 lug 2020
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