Come fu che IBM schiacciò Cray

Come fu che IBM schiacciò Cray

Il supercomputing negli States non è solo essenziale per la ricerca, è anche un'arena di gladiatori nella quale IBM riemerge quale combattente più temibile
Il supercomputing negli States non è solo essenziale per la ricerca, è anche un'arena di gladiatori nella quale IBM riemerge quale combattente più temibile


Web (internet) – Supercomputing mon amour. La possibilità di utilizzare potenze di calcolo tanto elevate da non poter essere “percepite” dall’uomo ma soltanto contabilizzate su gelidi fogli di calcolo è una opportunità per la ricerca scientifica, per la metereologia e persino per i militari. La Difesa americana, per esempio, utilizza il supercomputing per la gestione degli arsenali nucleari e ancora di più per la simulazione dei test atomici.

La corsa all’elaboratore più potente è stata anche causa di tensioni tra Washington e Tokyo perché gli americani di Cray Research e i giapponesi di NEC per anni si sono accusati a vicenda di “farsi le scarpe”. Quando gare d’appalto americane venivano vinte da NEC e dai suoi computer la reazione dei media statunitensi sembrava la stessa che ci si poteva aspettare di fronte ad una invasione militare sulle coste del Pacifico, da sempre “incubo” dell’immaginario collettivo statunitense… Ma il trattamento riservato agli americani dai giapponesi non sembra essere stato mai molto diverso.

Oggi NEC è molto meno attiva nel supercomputing e su questo fronte si danno battaglia soprattutto aziende americane. E ‘ il terreno sul quale è franata per anni Cray Research, vanamente ripescata da Silicon Graphics che l’ha comprata, ha perso una quantità di denaro e ora cerca di sbarazzarsene. E ‘ il terreno sul quale IBM ha ricostruito passo passo la propria credibilità dopo anni di declino: con l’amministrazione di Louis Gerstner e con le geniali trovate dell’uomo contro la macchina negli scacchi, il supercomputing targato IBM è tornato a brillare.

Brilla a tal punto da oscurare ora anche ufficialmente Cray Research che per sette anni consecutivi ha mantenuto la leadership nei sistemi più potenti installati nel mondo. Una leadership che le è stata riconosciuta dalla lista Top500, un elenco che comprende le 500 principali installazioni dei supercomputer. Ora è IBM a guidare la classifica perché dei 500 sistemi ben 141 sono suoi: il 1999 è stato l’anno del sorpasso.

Nell’ultimo anno nelle prime 500 installazioni, IBM ha “infilato” un numero di computer del 36 per cento superiore a quello dell’anno precedente. E Cray ha perso quasi altrettanto (meno 27 per cento). IBM vince con i suoi RS/6000 SP, sistemoni di parallel processing che sono noti nel mondo proprio perché è questo il tipo di computer dietro a Deep Blue, il protagonista in due versioni diverse di altrettanti incontri di scacchi contro il campione del mondo Garry Kasparov (il primo perso e il secondo, ahinoi, vinto).

I “nuovi”, si fa per dire, player di questo singolarissimo mercato però sono anche Sun Microsystems , che è riuscita a piazzare ben 113 sistemi nei Top500, e Intel , che con il suo Asci Red nei Sandia Laboratories americani ha conquistato l’anno scorso la palma del computer più potente, in grado di elaborare 2.121 gigaflop di operazioni al secondo. Una leadership che però non durerà a lungo: anche su questo fronte IBM avanza, sostenendo che entro il 2000 installerà in un altro importante laboratorio statunitense, il Lawrence Livermore, ASCI White, un computer capace di 10mila gigaflop al secondo. Il prototipo di ASCI White, cioè una versione ridotta, è già classificato al 120esimo posto dei Top500.

Paolo De Andreis

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Pubblicato il
17 dic 1999
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