Tre candidati su quattro usano già l’AI per cercare lavoro. Chi pensa di farne a meno, parte svantaggiato. Almeno così dicono i dati. Ma c’è un problema: i selezionatori ormai riconoscono al volo un CV scritto da ChatGPT, e quando se ne accorgono, il curriculum finisce dritto dritto nel cestino.
La buona notizia? Usato nel modo giusto, ChatGPT può davvero aiutare a ottenere quel posto che sembrava irraggiungibile. La differenza sta tutta nel come si usa, e soprattutto non come sostituto del proprio cervello… Ecco come sfruttare l’AI senza perdere la propria identità.
Come usare ChatGPT per superare i colloqui di lavoro
Prima ancora di mettersi a cercare annunci di lavoro, c’è una domanda fondamentale da farsi: per quali posizioni si è davvero qualificati? La risposta sta spesso nei propri “superpoteri“, quelle competenze che ci rendono unici e che magari non abbiamo mai considerato come veri e propri punti di forza professionali.
Il prompt che cambia tutto: I miei superpoteri principali sono [Competenza 1], [Competenza 2] e [Competenza 3]. Quali sono i lavori più adatti a me in base a questi punti di forza?
Ad esempio, I miei superpoteri principali sono gestione progetti, problem solving e comunicazione con clienti difficili. Quali sono i lavori più adatti a me in base a questi punti di forza?
. ChatGPT a questo punto potrebbe suggerire ruoli come Account Manager, Project Manager in ambito IT o consulenza. In pratica, il prompt fa emergere collegamenti che spesso non si vedono da soli.
È possibile spingersi oltre e chiedere a ChatGPT di suggerire aziende compatibili con il proprio percorso, le competenze acquisite, la cultura lavorativa e lo stile di leadership. È sorprendente quanti dati contestuali ChatGPT può trovare online.
Non bisogna limitarsi ai “soliti sospetti”. Chi ha sempre cercato solo nel settore tecnologico potrebbe scoprire che una non-profit innovativa è alla ricerca di profili simili. Chi punta solo a grandi multinazionali potrebbe trovare maggiori opportunità di crescita in una media impresa dinamica.
L’arte di hackerare l’ATS (senza barare)
Il 75% dei Curriculum Vitae non arriva mai nella mani di un umano. Viene filtrato dall’ATS (Applicant Tracking System), il software che scansiona i curriculum cercando parole chiave. È frustrante, ma è la realtà. La cosa positiva, è che ChatGPT può aiutare a passare questo filtro senza ricorrere a trucchi stupidi. Come? Con le domande giuste! Ecco il prompt infallibile: Quali sono le cinque competenze principali richieste da questa descrizione del lavoro?
Poi, e questa è la parte cruciale, bisogna fare appello a tutta la propria onestà intellettuale: si hanno davvero le competenze richieste? Se sì, è fondamentale assicurarsi che siano evidenti in ogni sezione del CV. Se no, forse ci si sta candidando per il lavoro sbagliato. La regola d’oro è non inventare competenze che non si possiedono, mai. Le bugie verranno a galla durante il colloquio di lavoro e si farà una pessima figura.
Il trucco sta nel riformulare quelle reali usando il linguaggio dell’annuncio. In questo modo il CV viene letto come perfettamente allineato ai requisiti richiesti dall’azienda.
Per esempio, se si scrive di aver “gestito un team di 5 persone”, e nell’annuncio compare il termine “leadership cross-funzionale”, conviene adattare la descrizione con quella formula.
Lettera di presentazione: scovare i gap e ribaltarli
La famosa lettera di presentazione è dove molti candidati si giocano tutto. Non per quello che scrivono, ma per quello che non scrivono. Per questo motivo può essere utile un approccio controintuitivo, ad esempio usare ChatGPT per identificare i propri punti deboli.
Si può chiedere a ChatGPT di individuare i gap nel proprio profilo rispetto alla posizione. E poi usare la cover letter per affrontarli proattivamente. Ad esempio, ci si candida per una posizione come Social Media Manager, anche senza mai aver gestito direttamente un budget pubblicitario. Invece di ignorare il problema, nella lettera di presentazione si potrebbe scrivere:
Non ho ancora gestito direttamente un budget pubblicitario, ma ho pianificato e monitorato campagne social con un investimento complessivo di oltre 100k€, lavorando a stretto contatto con l’agenzia media per ottimizzare costi e performance. Questa esperienza mi ha permesso di sviluppare una solida capacità di lettura dei dati e di allocazione delle risorse in base agli obiettivi di business.
Il selezionatore potrebbe apprezzare la trasparenza e la capacità di trasformare una debolezza in opportunità di apprendimento.
Il colloquio: quando la preparazione batte il talento
C’è una differenza netta tra chi si prepara e chi improvvisa. Chi si prepara viene assunto quasi il 100% delle volte. Se mettono questo sforzo nella preparazione, lo metteranno anche nel lavoro.
Le domande comportamentali sono le più insidiose. Quelle “Raccontami di una volta in cui…” che colgono impreparati. ChatGPT può aiutare a strutturare risposte usando il metodo STAR (Situation, Task, Action, Result), ma attenzione: non bisogna memorizzare risposte come un robot.
Il prompt vincente: Agisci come un responsabile delle assunzioni per questo ruolo. Valuta la mia risposta ed evidenzia eventuali lacune e competenze mancanti.
Ma la vera chicca è usare ChatGPT in modalità vocale per simulare l’intervista telefonica. Ad esempio: Si tratta di un colloquio telefonico e mi stai intervistando per il ruolo [X]. Concentrati su domande specifiche relative al lavoro o al ruolo.
Dopo la simulazione, chiedere feedback per sapere dove si è andati bene e dove migliorar. Ad esempio: Valuta le mie risposte come se fossi il selezionatore. Indica in quali parti sono andato bene, dove invece potrei migliorare e suggerisci esempi concreti o competenze che avrei potuto aggiungere per rendere le risposte più efficaci.
L’autenticità nell’era dell’AI
Il paradosso, è che tutti usano ChatGPT, quindi come distinguersi? La risposta non è usare prompt più sofisticati, ma “iniettare” più umanità nelle proprie risposte. Includendo storie personali, esempi specifici, connessioni genuine. Cose che ChatGPT non può sapere.
Prima di un colloquio inoltre, è bene studiare il profilo LinkedIn del recruiter. Si possono trovare dei punti in comune, ad esempio la stessa tessa università, lo stesso hobby. Si può menzionare, in modo naturale, senza che risulti artificioso o inquietante (es. Ho visto che anche lei ama il kayak!
), ma contestualizzato (Nel mio ruolo precedente, la gestione del tempo era cruciale – un po’ come nel kayak, dove timing e ritmo fanno la differenza
). L’AI dà la struttura, poi bisogna metterci l’anima.
Gli errori da evitare assolutamente
Non bisogna mai copiare le risposte di ChatGPT parola per parola. I recruiter le riconoscono subito: sono troppo perfette, troppo generiche, troppo… artificiali. ChatGPT va usato come editor, non come ghostwriter.
E mai mentire sulle competenze. ChatGPT può suggerire di dire che si conosce il linguaggio Python se l’annuncio lo richiede. Ma se non è vero, si verrà smascherati. Meglio dire: Non conosco Python, ma ho esperienza con linguaggi simili e sono motivato a impararlo rapidamente.
Infine, meglio non affidarsi solo a ChatGPT per trovare annunci. Ha informazioni datate e può inventare posizioni che non esistono. ChatGPT non troverà lavoro al posto nostro, sia chiaro. Ma può aiutare a presentare la versione migliore di se stessi. In un mercato dove per ogni posizione ci sono 200 candidati, ogni vantaggio conta. E questo è un vantaggio che è stupido non sfruttare.