Comitato antipirateria, le repliche alla replica

Comitato antipirateria, le repliche alla replica

Il Comitato antipirateria ha risposto alla lettera aperta firmata da provider e da netizen, dall'industria dei contenuti e dagli operatori del Web: nessuna censura, massima collaborazione. Le reazioni degli attori della rete
Il Comitato antipirateria ha risposto alla lettera aperta firmata da provider e da netizen, dall'industria dei contenuti e dagli operatori del Web: nessuna censura, massima collaborazione. Le reazioni degli attori della rete

Il professor Mauro Masi, Coordinatore del Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale, e il Vice Coordinatore Salvatore Nastasi hanno offerto una risposta alla lettera aperta pubblicata su queste pagine e sul forum istituito dal Governo. Punto Informatico sta raccogliendo i pareri dei firmatari a proposito di questa replica: qui di seguito, le dichiarazioni di Masi e Nastasi e le reazioni dei firmatari giunte in redazione.

Dichiarazione del Coordinatore del Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale, prof. Mauro Masi, e del Vice Coordinatore, cons. Salvatore Nastasi
“Il Comitato è impegnato a definire una serie di audizioni di esponenti delle associazioni e delle categorie rilevanti per il tema trattato. Di tutte si darà conto sul Forum che è stato aperto in Rete proprio per far partecipare – come sta già accadendo – tutti coloro che ritengano di avere qualcosa di motivato da dire in argomento.
Il Comitato, che ha natura e composizione istituzionale chiaramente definite, sta al contempo elaborando propri studi e approfondimenti tecnico-scientifici: anche di questi sarà dato pubblico conto e chi vorrà potrà commentarli e/o proporne di propri.
Non esistono conclusioni precostituite, né limiti temporali cogenti. Né meno che meno intenti censori che sarebbero, oltre che antistorici, tecnicamente poco attuabili nonché di discutibile efficienza. In questo senso è stato chiarissimo il Ministro Bondi alla conferenza stampa di presentazione del Comitato.
Ci stiamo chiedendo chi e perché voglia tentare in tutti i modi (anche quelli più goffi e ridicoli, affermando palesemente il falso) di attribuire al Comitato motivazioni che assolutamente non ha.”

Giorgio Sebastiano
Mauro Vergari
Adiconsum

“Vorremmo sottolineare il risultato inedito ottenuto dal comitato anti pirateria: dare a praticamente tutte le differenti anime della società civile e sociale operanti nel settore delle infrastrutture e dei media digitali un obiettivo condiviso, materializzatosi nella lettera inviata appunto al coordinatore prof. Mauro Masi, cui facciamo il nostro sincero augurio di trovare la via di mezzo in questo difficile percorso legislativo.
Quello che non riusciamo a comprendere è perché nessuno, nel Palazzo, si preoccupi di questa nuova e innaturale alleanza che si è creata tra soggetti normalmente in contrapposizione tra loro. Consumatori e aziende, associazioni di categoria e degli utenti, ricercatori e addetti ai lavori sono soggetti che di solito, al di là delle stime reciproche e dei buoni rapporti personali che comunque in questi anni si sono creati, se le danno di santa ragione da sempre. Certo è che se il Palazzo non ascolta una istanza espressa praticamente da tutti gli stakeholders, viene difficile comprendere di quali interessi ed esigenze sia espressione la nostra rappresentanza politica.”

Paolo Nuti
AIIP

“Siamo lieti di apprendere che, come espressamente previsto dal secondo comma dell’articolo 3 del decreto istitutivo del 15 settembre 2008, il Comitato presieduto dal Prof. Masi è tuttora “impegnato a definire una serie di audizioni di esponenti delle associazioni e delle categorie rilevanti per il tema”.
L’Associazione Italiana Internet Provider, che da tempo ha avanzato una proposta tesa a tutelare tanto i titolari dei diritti di proprietà intellettuale quanto i diritti costituzionali del cittadino, resta quindi in attesa di essere convocata dal Comitato.”

Marco Pierani
Altroconsumo

“Prendiamo atto che il Comitato ha sentito la necessità di fornire alcuni chiarimenti in questa breve dichiarazione. Purtroppo in essa non riscontriamo tuttavia alcuna risposta alle perplessità di merito e di metodo sollevate sostanzialmente da tutti i soggetti portatori di interessi legittimi – ad eccezione della SIAE – nella suddetta lettera congiunta. Quello che accomuna tutti i firmatari è la speranza che vi sia la possibilità di sbloccare situazioni ormai obsolete, si tratta di un segnale che il Comitato che – ricordo – sta presso la Presidenza del Consiglio non dovrebbe lasciare cadere, attendiamo dunque una risposta più seria.”

Michele Ficara Manganelli
Assodigitale

“Come Assodigitale nel 2005 abbiamo aderito al patto di Sanremo. Si trattava di un’innovazione: partecipavano tutti gli attori della rete, circa cinquanta tra fornitori di connettività, titolari dei diritti, case di produzione, gestori di piattaforme di distribuzione, consumatori. Naufragò con il cambio di governo. Bisognerebbe anche in questa occasione siglare un patto che coinvolga tutti nella concertazione, magari riproporre le istanze del patto di Sanremo per scongiurare la pirateria e studiare una soluzione che non rischi di risultare obsoleta nel giro di sei mesi. A nome di Assodigitale lancio una provocazione: essere dei pirati è costoso. È necessario comprare un PC, costa la connettività e costano gli hard disk, costa la corrente elettrica. Un PC sempre accesso consuma quanto una lampada alogena. In molti casi costa di più piratare che comprare. Ma i cittadini (digitali) non si accorgono di tutto ciò dato che i 40 50 euro che spendono al mese per piratare sono diluiti nelle bollette di luce connettività ed affogate nei costi vari di hardware: il Comitato antipirateria invece di reprimere dovrebbe proporsi di spiegare questa cosa agli italiani sviluppando nel contempo offerte di contenuti digitali a buon mercato di concerto con tutti gli operatori del settore digitale che rappresentiamo”.

Stefano Quintarelli
Dmin.it

“Spero che questo tavolo si vorrà porre la questione considerando l’evoluzione tecnologica, non guardando al futuro proiettando semplicemente ciò che è avvenuto fino ad adesso, altrimenti rischia di produrre qualcosa che nasce vecchio.
Non è sufficiente guardare la tecnologia, che è il fattore abilitante della crisi attuale, bisogna soprattutto considerare la sua evoluzione. Il problema non è infatti Internet, come spesso si sente dire, ma l’evoluzione dell’elettronica. La digitalizzazione rende “non rivali e non escludibili” i beni.

Il fatto che vengano trasferiti oggi via Internet, ovvero con sistemi che interoperano su dei collegamenti con un cavo (Internet è questo, nulla di più), è incidentale e riguarda questo momento storico. La legge di Moore ci dice che la potenza dell’elettronica decuplica in poco più di 6 anni. Tra 5 anni esisteranno certamente telefonini con videoproiettore incorporato con schedine di pochi millimetri quadrati in grado di contenere 1000 film.
La legge di Cooper , inventore del telefonino, dice che il numero di conversazioni wireless in una determinata area raddoppia ogni 30 mesi.
Filtrare Internet sarebbe un fantastico incentivo per i produttori di telefonini per spingersi oltre la legge di Cooper e produrre telefonini che, grazie a tecniche “ultrawideband”, consentono di trasferire, come le figurine, film da un telefono all’altro in pochi secondi.
Allora, che fare? Beh, in assoluto prendere sul serio ed esaminare in modo approfondito il lavoro volontario fatto da decine di esperti (di livello mondiale) di ogni disciplina (tecnologie, legali, autori, intermediari, operatori tlc, ecc.) nel corso di tre anni (dmin.it) per creare un gioco a guadagno condiviso.”

Enzo Mazza
FIMI

“Ritengo importante la conferma che non vi siano progetti di legge già pronti senza un’audizione dei soggetti interessati e su questo mi sembra che il segretario Mauro Masi abbia dato una risposta chiara. Come FIMI ci auguriamo di essere sentiti insieme a tutta la filiera per poter evidenziare gli sviluppi in atto nel mercato musicale. L’industria musicale in questo momento è il settore che vive più intensamente sia il fenomeno della pirateria sia le grandi potenzialità offerte dalla distribuzione digitale. Bisogna trovare un giusto bilanciamento e questo spero sia l’obiettivo del comitato. L’Italia è tra i Paesi d’Europa più indietro nello sviluppo del mercato dei contenuti digitali ed è necessaria una svolta per non perdere un treno che passerà una volta sola.”

Guido Scorza
Istituto per le politiche dell’innovazione

“Siamo delusi e preoccupati per le modalità con le quali il Comitato tecnico antipirateria ha mostrato di tenere in considerazione i reali problemi della Cultura digitale nel nostro Paese.
La delusione nasce dalla circostanza che il Comitato non ha sin qui ritenuto di rispondere puntualmente alle eccezioni di metodo e non di merito sollevate nella lettera indirizzatagli lo scorso 2 febbraio da utenti e consumatori, providers, industria musicale e colossi della cultura digitale del calibro di Google e Microsoft. Il post di poco più di mille caratteri con il quale il Prof Masi ha ritenuto di liquidare tale comunicazione è denso di petizioni di principio, contraddizioni ed affermazioni smentite da quanto sin qui accaduto.
La preoccupazione – mista, ancora una volta a delusione – è dovuta, invece, all’ostinazione con la quale il Comitato sembra intenzionato a svolgere la propria attività di supporto al legislatore senza essersi preoccupato preventivamente di acquisire studi e ricerche sui fenomeni in relazione ai quali intenderebbe elaborare e proporre soluzioni.
Al riguardo non posso astenermi dallo stigmatizzare il fatto che nessuno – nonostante le puntuali richieste in tal senso formulate nel forum – è stato in grado di offrire agli addetti ai lavori, alle associazioni di categoria ed ai cittadini alcuna spiegazione circa la stima del “danno da pirateria” (5 miliardi di euro all’anno) sulla base della quale il Comitato ha ritenuto di avviare la propria attività.
Ritengo si tratti di un fatto gravissimo che mina il rapporto tra il comitato ed i suoi naturali interlocutori e che non lascia presagire nulla di diverso da un giro di audizioni meramente formali seguito dall’ennesima misura antipirateria emotiva, irrazionale ed inutile. Mi auguro, ovviamente, di sbagliare.”

Juan Carlos de Martin
Centro NEXA su Internet & Società – Politecnico di Torino

“Il ruolo di Internet è ormai essenziale in tutti i campi, dall’intrattenimento alla formazione, dalla gestione di infrastrutture all’informazione, dalla vita personale a quella politica. È, quindi, doveroso avvicinarsi a Internet come ad un ecosistema complesso, che riguarda la società nella sua accezione più ampia, nonché libertà fondamentali come la libertà di espressione, di associazione, di iniziativa economica, eccetera. Da questo punto di vista, il comitato presieduto dal prof. Masi dovrebbe, a mio avviso, allocare tutto il tempo e le risorse necessarie per un’analisi il più possibile oggettiva e quantitativa volta a: 1) definire con precisione il problema; 2) a individuare, con mente aperta, uno spettro di possibili soluzioni; 3) effettuare un’analisi costi-benefici di ciascuna delle opzioni, e, infine, 4) raccomandare la soluzione che rappresenta il miglior compromesso per la società nel suo complesso. Sarebbe davvero confortante se il Comitato pubblicasse a breve un cronoprogramma che articolasse nel tempo (non meno di qualche mese) i punti di cui sopra. Il futuro di Internet in Italia lo richiede.”

Roberto Scano
IWA ITALY – International Webmasters Association Italia

“Ho letto la risposta pubblica alla lettera fornita dal professor Masi ma, per questioni di trasparenza, sarebbe interessante che l’elenco delle audizioni fosse reso disponibile on-line e con adeguato preavviso. La nostra associazione – che per il regolamento attuativo della legge 106/2004 è stata convocata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come associazione in rappresentanza di autori ed editori di siti internet e dal CNEL per un’audizione del tutto similare a quella che sta facendo ora il comitato antipirateria – attualmente non è stata contattata per una convocazione. Speriamo come associazione che le consultazioni non siano limitate ai grandi player del mondo dell’industria e dei consumatori, in quanto consideriamo un errore lasciar fuori dalle consultazioni le realtà che operano quotidianamente per la creazione dei contenuti ed applicazioni nel Web, che si trovano quindi tra incudine e martello assieme agli internet provider.
La posizione di IWA esposta al CNEL è disponibile qui .”

Marco Pancini
Google Italia

“L’apertura da parte del Comitato contro la pirateria digitale è interessante e sembra prendere atto di alcune delle osservazioni che abbiamo presentato. Resta inteso che seguiremo i prossimi passi concreti del Comitato con attenzione perché buona parte delle perplessità e delle istanze formulate nella nostra lettera sono rimaste senza risposta. Siamo riuscito a compattare su poche e chiare proposte un fronte che va da FIMI ai consumatori, sarebbe un peccato ignorare il contributo che questo gruppo di lavoro potrebbe portare.”

Vittorio Bertola
NNSquad Italia

“Abbiamo inviato ieri una ulteriore lettera al prof. Masi per chiarire meglio le nostre specifiche osservazioni sull’argomento che ci sta a cuore, cioè la neutralità della rete, che verrebbe pericolosamente violata nel momento in cui si attribuissero agli ISP funzioni di sorveglianza e di punizione degli utenti. Siamo lieti di sapere che non ci sono posizioni precostituite, ma ci attendiamo ora dal Comitato una considerazione seria e una risposta ponderata ai nostri argomenti.”

Marco Contini
Conoscere per deliberare

“Ritengo che ciò su cui si possa e si debba esprimere una valutazione (o, se necessario, anche una critica) siano i fatti concreti. Le azioni e non le intenzioni, dunque. Stando a questa premessa, riconosco e apprezzo in particolare nella risposta del prof. Masi il passaggio in cui rende noto (credo per la prima volta, in termini così espliciti) che “Non esistono conclusioni precostituite, né limiti temporali cogenti. Né meno che meno intenti censori che sarebbero, oltre che antistorici, tecnicamente poco attuabili nonché di discutibile efficienza”. Per quanto queste affermazioni si possano considerare nient’altro che mere dichiarazioni d’intenti, il solo enunciarle con tale ufficialità, da parte di un soggetto istituzionale, costituisce, di per sé, un fatto concreto da cui, credo, anche in futuro non si potrà prescindere. Rilevo, inoltre, che esiste un primo, incoraggiante, indicatore di ragionevolezza da parte del Comitato che, contrariamente a quanto preannunciato, abbandona il termine perentorio dei 60 giorni entro i quali pervenire a conclusioni univoche e definitive.

Detto questo, però, mi pare tutt’altro che trascurabile il fatto che finora non sia emersa nessuna indicazione e/o valutazione di merito rispetto a quanto da noi proposto e, cosa ancor più importante, rispetto all’orientamento che il Comitato intende assumere per perseguire le proprie finalità.
Essendo l’interesse primario e condiviso quello di conseguire dei risultati concreti nell’ambito della regolamentazione di una materia complessa e in continua evoluzione, qual è quella per cui il Comitato stesso è stato costituito, è necessario, a mio parere, soddisfare un’esigenza di obiettività che non può che essere fondata sulla conoscenza profonda del fenomeno che s’intende normare e sulle dinamiche ad esso correlate. Ciò non può limitarsi, evidentemente, alla mera riproposizione di schemi obsoleti, che, peraltro, si sono dimostrati abbondantemente inefficaci – quando non addirittura dannosi – in tutti gli altri contesti in cui storicamente sono stati adoperati. A tale riguardo, non posso che concordare con quanto recentemente posto in evidenza dall’avvocato Scorza in merito all’opportunità (persa, purtroppo) di far precedere – e non seguire – l’elaborazione degli studi e degli approfondimenti necessari, da condursi su una base rigorosamente scientifica, all’istituzione del Comitato. La diffusione di dati allarmanti (mai verificabili, né da un punto di vista qualitativo, né in termini qualitativi e metodologici) circa i danni prodotti dal fenomeno della cosiddetta “pirateria”, che ha inevitabilmente preparato il terreno su cui questo organismo di emanazione governativa – indipendentemente dalla volontà di chi ne fa parte, s’intende – è stato impiantato e su cui dovrà crescere e svilupparsi, rischia di compromettere l’esito del suo operato, regalandoci, una volta ancora, quei frutti amari che, col tempo, abbiamo ben imparato a conoscere.

Come ben sappiamo, con i se e con i ma non si va lontano. È importante, invece, tenere conto di quelle che sono le condizioni (e le difficoltà) di partenza per evitare di inciampare in qualche prevedibile ostacolo. Proprio per questo (e, nel dirlo, credo di bene interpretare l’intenzione di tutti i firmatari della lettera) abbiamo deciso di porci nei confronti del Comitato non già come “antagonisti” o “oppositori”, ma, viceversa, offrendo la massima disponibilità alla collaborazione.”

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Pubblicato il
6 feb 2009
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