Commissione Europea: il futuro della finanza è digitale

Commissione Europea: il futuro della finanza è digitale

La Commissione Europea sta gettando le basi per un approccio di salvaguardia alla finanza digitale, stimolando l'innovazione e costruendo garanzie.
Commissione Europea: il futuro della finanza è digitale
La Commissione Europea sta gettando le basi per un approccio di salvaguardia alla finanza digitale, stimolando l'innovazione e costruendo garanzie.

Le parole di Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione Europea per “Un’economia al servizio delle persone”, sono chiare: “Il futuro della finanza è digitale“. E partendo da questo assunto, l’UE assume i relativi impegni per far sì che si possa perseguire un’innovazione responsabile ed in grado di fornire tutte le garanzie necessarie a beneficio di consumatori ed imprese.

Il futuro della finanza è digitale

Durante il confinamento è grazie alle tecnologie digitali, come i servizi bancari online, che le persone hanno avuto accesso ai servizi finanziari. La tecnologia ha molto di più da offrire ai consumatori e alle imprese e dovremmo far nostra in maniera più proattiva la trasformazione digitale, attenuando allo stesso tempo i potenziali rischi. È questo l’obiettivo del pacchetto adottato oggi. Un mercato unico digitale innovativo per i finanziamenti creerà benefici per i cittadini europei e sarà fondamentale per la ripresa economica dell’Europa, offrendo prodotti finanziari migliori per i consumatori e aprendo nuovi canali di finanziamento per le imprese.

Valdis Dombrovskis

Il piano programmatico enucleato dalla Commissione si divide su tre fronti:

  • strategia per la finanza digitale
  • strategia per i pagamenti al dettaglio
  • proposte sulle cripto-attività
  • resilienza operativa

Strategia per la finanza digitale

Il primo obiettivo perseguito è l’affinamento (soprattutto in ottica finanziaria) di quel mercato unico digitale sul quale da tempo l’Europa sta lavorando. Parte del medesimo piano programmatico vi sono normative su IA e blockchain, sulla gestione dei dati e su una più spiccata propensione per scambio di dati e finanza aperta. Soprattutto, “la strategia mira a garantire parità di condizioni tra i fornitori di servizi finanziari, siano essi banche tradizionali o società tecnologiche: stessa attività, stessi rischi, stesse norme”: maggiori opportunità per i nuovi entranti, ma anche la richiesta di tutte quelle garanzie che debbono blindare i risparmi, i dati ed i progetti di vita dei risparmiatori.

Strategia per i pagamenti al dettaglio

Non solo l’UE vuole spingere sulla riduzione del contante, ma si intende favorire anche un approccio cashless per pagamenti tra UE e altre giurisdizioni. La circolazione di moneta digitale dovrà pertanto diventare pervasiva, partendo dall’alto fino a scendere agli acquisti di tutti i giorni:

Sarà più facile per i consumatori pagare nei negozi ed effettuare operazioni di commercio elettronico in modo sicuro e conveniente. La strategia mira a realizzare nell’UE un sistema di pagamenti al dettaglio pienamente integrato, comprendente anche soluzioni di pagamento transfrontaliero istantaneo.

Proposte legislative sulle cripto-attività

Uno degli aspetti più importanti (nonché novità assoluta per il quadro legislativo europeo) è legato ad un primo approccio UE alle criptovalute, per le quali viene immaginato un vero e proprio regolamento intriso tanto di innovazione quanto di garanzie:

Il “regolamento sui mercati delle cripto-attività” stimolerà l’innovazione, preservando al tempo stesso la stabilità finanziaria e proteggendo gli investitori dai rischi. Verranno garantite in tal modo chiarezza e certezza del diritto per gli emittenti e i fornitori di cripto-attività. Le nuove norme consentiranno agli operatori autorizzati in uno Stato membro di prestare i loro servizi in tutta l’UE (“sistema del passaporto”). Tra le salvaguardie figurano i requisiti patrimoniali, la custodia delle attività, la procedura obbligatoria di gestione dei reclami a disposizione degli investitori e i diritti dell’investitore nei confronti dell’emittente.

La criptovaluta che immagina l’UE deve essere una stablecoin monitorata da regole e requisiti più rigorosi rispetto al laissez faire odierno. Alla luce delle molte (troppe) incertezze che questo tipo di frontiera presenta, l’UE intende tuttavia mantenere un approccio di estrema cautela, immaginando una sorta di laboratorio protetto entro il quale far sviluppare le prime infrastrutture di mercato presso le quali veicolare le operazioni “cripto”:

 Il regime pilota costituisce un cosiddetto approccio “sandbox” — ossia uno spazio di sperimentazione in ambiente controllato — che consente deroghe temporanee alle norme vigenti per permettere alle autorità di regolamentazione di acquisire esperienza sull’uso della tecnologia di registro distribuito nelle infrastrutture di mercato, assicurandosi allo stesso tempo di poter affrontare i rischi per la tutela degli investitori, l’integrità del mercato e la stabilità finanziaria.

Sperimentare, monitorare, valutare, correggere: soltanto quando il mercato sarà debitamente maturo si potrà immaginare di aprire la sandbox e lasciare che le criptovalute entrino in contatto, nel bene e nel male, con il mercato “tradizionale”.

Resilienza operativa

C’è un aspetto sul quale l’Europa non intende transigere: soltanto investendo sulla sicurezza si può immaginare una finanza più digitale, potendone così cogliere tutti i vantaggi correlati. Senza sicurezza non vi sono le basi strutturali per poter agire su un livello più alto e capillare rispetto ad oggi. Se il principio è noto e condiviso, la novità sta nelle modalità con cui tutto ciò potrà essere realizzato sotto l’egida della Commissione Europea:

La normativa proposta imporrà a tutte le imprese l’obbligo di garantire di poter far fronte a tutti i tipi di perturbazioni e minacce connesse alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC).

In particolare la Commissione imporrà uno specifico quadro di sorveglianza tanto per i fornitori di TlC quanto per i fornitori di servizi cloud. In questo quadro il monitoraggio sarà ampio e continuo, ma ogni singolo attore del mercato, al contempo, dovrà poter fornire tutte le garanzie necessarie di fronte ai possibili rischi che verranno a presentarsi. Soltanto così si potrà parlare di vera resilienza e di vera serietà nell’approccio alla sicurezza.

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Pubblicato il 25 set 2020
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