Contrappunti/ Internet kills the Tv stars

Contrappunti/ Internet kills the Tv stars

di Massimo Mantellini - Gli italiani che si sottopongono alla maturità sono tra i fruitori più entusiasti dei nuovi media, le loro preferenze indicano la via del mercato, che piaccia o meno a chi è legato a schemi ormai obsoleti
di Massimo Mantellini - Gli italiani che si sottopongono alla maturità sono tra i fruitori più entusiasti dei nuovi media, le loro preferenze indicano la via del mercato, che piaccia o meno a chi è legato a schemi ormai obsoleti

La recente indagine statistica che SWG ha prodotto insieme a studenti.it intervistando on line 1200 studenti italiani che si apprestavano a sostenere l’esame di maturità, mi pare disegni con molta precisione il rapporto dei 18enni di oggi con le nuove tecnologie e i media. Molte cose che (purtroppo) conoscevamo già, emergono con chiarezza: il disamore per i libri (2 intervistati su 10 non leggono nemmeno un libro all’anno, mentre quasi il 40% ne legge meno di 5), la scarsa propensione alla lettura dei quotidiani, un certo prevalente tradizionalismo di fondo che è la vera cifra statistica di questo paese (famiglia, realizzazione professionale, pena di morte, scarsa tolleranza per l’immigrazione) ancor più significativo se si considera che stiamo parlando di una inchiesta condotta fra studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori.

Ed è proprio all’interno di questa ritratto conservatore della gioventù italiana che Internet e le nuove tecnologie sembrano poter assumere un ruolo importante di motore culturale di una nuova consapevolezza, in grado forse di stringere in qualche misura le distanze che ci tengono lontano dagli atteggiamenti e dalle aspettative degli altri paesi evoluti.

Secondo la ricerca, il 77% degli studenti utilizza il computer quotidianamente, il 68% dei 18enni ogni giorno si collega a Internet, spostando in rete molte di quelle attività culturali informative e ricreative che fino a qualche anno fa erano riservate ad altri media.

La “scelta mediale” oggi sembra (finalmente) mettere in secondo piano il consumo televisivo (anche se due 2 intervistati su 3 hanno un televisore in camera) che rimane numericamente significativo solo per ciò che attiene alla ricerca di informazioni sulle ultime notizie (64%) ma che, insieme agli altri media, mostra tutti i suoi limiti per ciò che attiene alla capacità di guidare le istanze di studio, comunicazione e svago dei ragazzi che trovano invece su Internet in rete tutto ciò che serve loro.

In questa terra di ex santi e navigatori il 76% dei maturandi usa Internet per approfondire argomenti di vario genere (santa Wikipedia), il 69% la utilizza per ascoltare musica (san mp3), il 52% per ampliare le proprie vedute (san Google). Ma ancor più significativi sono quel 24% di diciottenni che già oggi usano la rete per cercare le ultime notizie: quello che in molti sappiamo ormai da molti anni, vale a dire che le notizie arrivano prima in rete che altrove (e vi arrivano in maggior quantità, con meno filtri e più chiavi interpretative) oggi è una esperienza che riguarda un diciottenne su quattro ed il numero è tanto più significativo quanto più si considera la nota allergia degli abitanti della nostra penisola alla ricerca informativa.

C’è di che sperare insomma che il vecchio “l’ha detto la TV” possa venire in breve sostituito da “L’ho letto su Internet”.

Un discorso a parte va invece fatto per la musica. Come tutti sappiamo la musica è un momento centrale nella vita degli adolescenti, parte fondante della propria esperienza di crescita e di confronto col mondo. Ebbene oggi ? a dar fede ai numeri di SWG ? la maggioranza degli intervistati ascolta musica attraverso il computer, che diventa il tramite principale della esperienza di ascolto. Prima dei lettori mp3 (anch’essi figli di una rivoluzione dei device che si è completata, chiudendo un cerchio, rapidissima in pochi anni), prima degli impianti stereo, prima della radio e dei lettori portatili di CD.

Ma non si tratta solo di una questione legata al “tipo di riproduttore”. Un intervistato su due dichiara di non comprare “quasi mai” CD. Un altro 30% dei diciottenni acquista “meno di un CD al mese”. Come a dire: nessuno compra più musica sui “vecchi” substrati. Se questo è lo scenario si preparano tempi durissimi per l’industria dei disco che non sembra avere ormai più alcuna alternativa al trasporto online delle proprie attività commerciali. La percezione del reato per ciò che attiene al download illegale di musica da Internet è del resto bassissima, il 72% dichiara che leggi e controlli non saranno in grado di arginare il fenomeno. Tutti poi confessano di scaricare allegramente mp3 su Internet con una media stimata di 26 brani al mese.

Siamo quindi (un po’ lo sapevamo) al cospetto di una generazione di maturandi pirati? Oppure stiamo assistendo ad un violento cambio di orizzonte all’interno del quale molti dei protagonisti faticano ancora ad orientarsi?

Io guardo mia figlia adoloscente che studia al pomeriggio con la finestra del messenger aperta in contatto con le sue compagne di classe, la vedo ascoltare musica da Itunes, telefonare via Skype, presentarsi la sera a cena conoscendo già i titoli del TG e penso a come eravamo noi molti anni fa. Osservo nelle metropolitane delle grandi città europee la scena un po’ inquietante e vagamente claustrofobica di centinaia di lettori mp3 in funzione ad isolare i rispettivi proprietari dai loro simili seduti a pochi centimetri.

Qualche sera fa ero a cena a Parigi in una piccola brasserie quando mia moglie ha richiamato la mia attenzione: un tizio distinto, nel tavolo accanto al nostro, aveva aperto un piccolo portatile e controllava un’asta su Ebay (connessione wifi gratuita gentilmente offerta agli avventori dall’oste). Con tutti i limiti e le difficoltà, fuori dagli eccessi che ovunque e sempre esistono, questo a me pare un mondo nuovo e interessante, mediato dalla rete, che incide sulla qualità della nostra vita. Mi sembra che, dai dati di SWG, i 18enni italiani, pur scontando la colpa non loro di abitare un paese per troppi versi estetico e rallentato, la pensino alla stessa maniera.

Massimo Mantellini
Manteblog

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Pubblicato il
27 giu 2006
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