Contrappunti/ Una rete normale

Contrappunti/ Una rete normale

di Massimo Mantellini - L'aria è cambiata e non riguarda solo i 15enni nativi digitali, riguarda tutti. Anche Internet è cambiata ed entra nel quotidiano in modo così pervasivo da apparire persino normale. Una buona notizia
di Massimo Mantellini - L'aria è cambiata e non riguarda solo i 15enni nativi digitali, riguarda tutti. Anche Internet è cambiata ed entra nel quotidiano in modo così pervasivo da apparire persino normale. Una buona notizia

Giovedì scorso sono stato ad un convegno al Compa, il Salone della Comunicazione Pubblica e dei Servizi al Cittadino e alle Imprese. Sono andato a discutere di blog e giornalismo e questo non è tutto sommato molto importante. Si discute dei rapporti fra blog e giornalismo da anni in Italia e altrove e non sarà un convegno in più a chiudere l’annosa (e abbastanza irrilevante) questione, né sarebbe utile dedicare a questa materia un intero Contrappunti. La ragione per cui ne parlo oggi è invece un’altra ed è questa: mentre tornavo in treno dopo il convegno ero contento.

Capita sempre più spesso di vedere come Internet stia diventando una parte significativa della vita delle persone che la utilizzano. L’incontro al Compa era quasi perfetto per osservare questo fenomeno: c’era un pubblico attento e numeroso, c’erano giornalisti, studiosi della comunicazione e c’era un politico, Marco Bertolotto, il presidente della Provincia di Savona, che giusto un mese fa ha inaugurato il suo blog personale sul sito web della Provincia. Parti differenti della società, persone – me compreso – di una certa età, molte delle quali recentemente affascinate dalle possibilità di Internet. E nemmeno fra il pubblico (si tratta in definitiva di un grande salone della pubblica amministrazione) erano molto rappresentati quelli che Giovanni Boccia Artieri dell’Università di Urbino chiama i “nativi digitali”, i figli delle ultime generazioni che sono cresciuti e stanno crescendo dentro la normalità di una rete Internet che è per loro ambito mediatico naturale, strumento ovvio esattamente come il cellulare o la TV.

Io non so se questa rincorsa verso un utilizzo pervasivo della rete da parte di chi invece ha imparato a conoscerla ed utilizzarla recentemente, avendo fino a poco prima consumato una dieta mediatica assai differente, sia un fenomeno riferibile agli sviluppi sociali delle rete degli ultimi anni. Ho idea che qualche relazione esista.

È un fatto che da qualche anno a questa parte abbiano preso piede abitudini e piattaforme utili alla trasformazione della rete in un ambito personale per ciascuno di noi. Si tratta di un fenomeno, quello del trascinamento di una parte, talvolta consistente, della nostra vita di relazione verso la rete che riguarda ormai sempre più persone e che condiziona in maniera significativa anche i nuovi arrivi da parte di quanti iniziano a conoscere Internet allo stadio attuale. Qualche anno fa, chiunque accedesse a Internet per la prima volta aveva di fronte, stagliata molto nettamente, la metafora della grande biblioteca. Una biblioteca magari caotica, nella quale i volumi sono conservati alla rinfusa, ma potenzialmente capace di restituire valore al tempo che si decideva di passarci dentro. Si trattava di una idea della rete che, per forza di cose, poteva interessare ed affascinare un numero limitato di individui. Oggi chiunque inizi a conoscere Internet per come è ora, si trova invece di fronte la metafora assai più ampia e variabile del “luogo”, di un territorio intensamente abitato nel quale continuano ad essere disponibili informazioni e notizie, ma caratterizzato prima di tutto da strumenti di relazione sociale fra “umani” che possono essere adattati alle esigenze di tutti.

Oggi il giornalista trova su Internet non solo spunti testuali per il proprio lavoro ma anche (se lo desidera) confronto e differenti punti di vista, l’amministratore incontra i cittadini imparando piano piano a comprendere i pro ed i contro degli strumenti di relazione disponibili (che sono tantissimi) e i singoli individui costruiscono all’interno del proprio ambito sociale in rete, non solo le priorità della propria dieta mediatica, ma anche relazioni sociali e nuove opportunità individuali e professionali.

Per questa ragione ero contento in treno qualche giorno fa mentre tornavo dal convegno al Compa. Mi sembra che il mondo, tutto intero, mentre si avvicina alla rete stia cambiando in meglio.

Non è così importante capire se gli strumenti di relazione oggi disponibili (tutto quel mare magnum che sta sotto il cappello dello slogan “web 2.0”) debbano essere considerati nuovi rispetto alla nostra idea originale di rete Internet, è utile invece osservare che attraverso la mediazione sociale (Internet come uno dei luoghi della nostra vita di relazione) la comprensione della rete stessa è disponibile ormai per chiunque, con molti meno problemi di un tempo. Poi lentamente i nativi digitali diventeranno il tutto e l’integrazione fra vecchio e nuovo mondo cesserà di essere un problema.

Dentro questa speranza che si fa ogni giorno più concreta, molti dei soliti accenni apocalittici alla rete costruiti con regolarità sui media, nei quali Internet viene descritta con dovizia di particolari come non è (nei giorni scorsi la punta dell’iceberg di questo solito trionfo disinformativo è stato un lungo pezzo di Gabriele Romagnoli su Repubblica ) invece che sollecitarci le preoccupazioni di sempre, hanno invece iniziato ad avere l’effetto distensivo di una tisana.

Massimo Mantellini
Manteblog

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Pubblicato il
12 nov 2007
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