Copyright, mitragliate dal fronte americano

Copyright, mitragliate dal fronte americano

Si attende la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti sulla costituzionalità della legge USA che ha esteso il copyright di 20 anni. In ballo ci sono interessi enormi che toccano tutto ciò che è proprietà intellettuale
Si attende la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti sulla costituzionalità della legge USA che ha esteso il copyright di 20 anni. In ballo ci sono interessi enormi che toccano tutto ciò che è proprietà intellettuale

Washington (USA) – Con il fiato sospeso l’industria e chi combatte gli eccessi del copyright aspettano la decisione con cui la Corte Suprema degli Stati Uniti dovrà decidere sulla costituzionalità di una discussa decisione del Congresso, quella di allungare di 20 anni i termini temporali del copyright, portandoli a 70.

Ieri le parti del caso “Eldred vs. Ashcroft” hanno presentato alla Corte le proprie argomentazioni finali e ci si attende una sentenza non prima della prossima primavera. L’attenzione per quanto accadrà è elevatissima.

Secondo l’industria, spalleggiata in questa direzione dall’amministrazione Bush, il varo del “Sonny Bono Copyright Term Extension Act” da parte del Congresso non solo è del tutto legittima ma salvaguarda interessi legittimi di corporation, come Walt Disney ma anche AOL Time Warner e una ridda di altre aziende di medie e grandi dimensioni, che sullo sfruttamento della proprietà intellettuale hanno costruito pezzi importanti dell’economia statunitense.

La tesi, dunque, è che il copyright su alcune delle prime opere con Topolino nonché su migliaia di film, canzoni e vecchi libri debba essere mantenuto e garantito da chi dispone già oggi del copyright. Si sottolinea, inoltre, come l’estensione di 20 anni dei diritti di copyright sarebbe in linea con analoghe decisioni dell’Unione Europea.

Qualora la decisione della Corte si riveli sfavorevole all’industria, accadrà che porzioni importanti della cultura e della produzione americana saranno liberamente disponibili, prima di tutto su internet e nelle biblioteche digitali che ne consentiranno la rapida diffusione in tutto il mondo, al di fuori del controllo delle corporation, evidentemente preoccupate da uno scenario di questo tipo. AOL Time Warner ha bene sintetizzato i timori dell’industria, sostenendo la tesi degli ingenti danni qualora film come “Casablanca” o “Via col Vento” fossero “liberati” dal copyright.

Contro le tesi dell’industria si sta ampliando il fronte della contestazione legato prima di tutto alla campagna Free the mouse (“Libera il Topo”? lino) condotta a suon di banner, informazioni, raccolta fondi e petizioni, una campagna che si “stringe” attorno all’editore “artigianale” Eric Eldred, al centro del procedimento attualmente all’attenzione della Corte.

Secondo gli oppositori, la decisione del Congresso crea un precedente del tutto pericoloso per il quale con successive leggi il copyright potrebbe essere esteso all’infinito anche se per le opere gli autori sono già stati abbondantemente retribuiti. A sostenere questa tesi dinanzi alla Corte, tra l’altro, anche il celebre professore di Stanford Lawrence Lessig secondo cui “se questa estensione viene concessa allora non ci saranno più limiti”.

A sostenere la battaglia contro il “nuovo” copyright, che evidentemente può toccare da vicino anche tutte le questioni relative al software e alla produzione tecnologica, sono anche organizzazioni come la Free Software Foundation , il sindacato degli scrittori ( National Writers Union ), alcuni esponenti di Intel e numerosi docenti di economia e legge.

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Pubblicato il 10 ott 2002
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