Nel 2021, sono stati almeno sette gli attacchi lanciati da cracker localizzati in Corea del Nord e indirizzati alle piattaforme che gestiscono il trading delle criptovalute. È quanto emerge da un nuovo report condiviso da Chainalysis. Le azioni hanno permesso ai cybercriminali di sottrarre fondi per quasi 400 milioni di dollari, ma la stima potrebbe essere al ribasso.
Corea del Nord: furti di criptovalute in aumento
Vittime dei furti sono gli exchange. Stando alla ricostruzione, quanto rubato finirebbe in buona parte all’interno di wallet legati (seppur indirettamente) al governo centrale, attraverso i quali finanziare poi lo sviluppo dei programmi bellici. Proprio le iniziative di Pyongyang inerenti il lancio di missili sono in questi giorni al centro di un acceso dibattito riguardante nuove sanzioni imposte dagli Stati Uniti e la minaccia di una forte reazione da parte dell’esercito al servizio di Kim Jong-un.
Dal 2020 al 2021, il numero di attacchi provenienti dalla Corea del Nord è salito da quattro a sette, con il valore sottratto durante queste azioni cresciuto del 40%. Una volta che la Corea del Nord guadagna la custodia dei fondi, inizia un attento processo di riciclaggio per cancellare le tracce e poi incassare.
In merito alla tipologia di asset interessati, il grafico mostrato qui sotto mostra come i volumi siano andati variando nel corso del tempo, dal 2017 in poi: sempre meno Bitcoin (20%) e sempre più Ethereum (58%), in crescita anche le altcoin.
A occuparsi degli attacchi sarebbe il gruppo noto come Lazarus (di cui abbiamo scritto più volte anche su queste pagine) ritenuto vicino all’intelligence nordcoreana o suoi affiliati.
Rimanendo in tema, un’altra statistica condivisa solo pochi mesi fa dagli Stati Uniti fa riferimento a un totale pari a 1,7 miliardi di dollari sottratti indebitamente con tre attacchi perpetrati da autori nordcoreani rispettivamente nel 2017, 2018 e 2020. A finire nel mirino anche l’exchange YouBit, con sede nella vicina Corea del Sud, che in seguito all’azione si è visto costretto a chiudere i battenti.