Coronavirus: smart working per i dipendenti Apple nel mondo

Coronavirus: Apple, smart working per tutti

Come misura di contrasto alla diffusione del coronavirus, i dipendenti Apple in buona parte del mondo lavoreranno da casa, almeno per una settimana.
Coronavirus: Apple, smart working per tutti
Come misura di contrasto alla diffusione del coronavirus, i dipendenti Apple in buona parte del mondo lavoreranno da casa, almeno per una settimana.

Con una nota firmata da Tim Cook e circolata internamente alla società, Apple incoraggia i suoi dipendenti a lavorare da casa in modalità smart working almeno per la settimana che va da oggi (9 marzo) a venerdì 13 marzo. L’obiettivo della misura è ovviamente quello di contribuire a limitare la diffusione del coronavirus che si è ormai manifestato in gran parte del mondo.

Coronavirus: lavoro da casa per tutti i dipendenti Apple

La scorsa settimana il gruppo di Cupertino aveva chiesto di fare altrettanto al personale impiegato negli uffici di Seattle e della California, dopo che SARS-CoV-2 si era manifestato in quelle zone. Ora gli affetti da COVID-19 a livello globale sono oltre 110.000 con circa 3.800 decessi e 62.000 guarigioni complete (i numeri sono quelli forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e riportati nella mappa del contagio costantemente aggiornata).

La nuova direttiva della mela morsicata è rivolta in particolare ai dipendenti che si trovano nei paesi al momento maggiormente colpiti dal coronavirus: oltre ai due già citati territori statunitensi anche Italia, Giappone, Corea del Sud, Svizzera, Germania e Francia. Agli interessati è garantito dall’azienda che non subiranno penalizzazioni in termini di compensi.

Per far fronte all’emergenza, all’inizio di febbraio Apple ha deciso di chiudere tutti gli uffici e gli store presenti in Cina, iniziando poi a riaprirli a partire dalle settimane successive. Il business della società potrebbe subire un impatto non indifferente anche in termini di disponibilità e vendite dei prodotti, iPhone in primis. Un’ipotesi che stanno già valutando tutti i più grandi nomi dell’universo hi-tech.

Fonte: Bloomberg
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Pubblicato il
9 mar 2020
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