Corte Europea: il traffico gratis non è neutrale

Corte Europea: il traffico gratis non è neutrale

La Corte di Giustizia Europea boccia i piani tariffari che contemplano traffico gratuito per alcuni servizi: il principio è contrario alla Net Neutrality.
Corte Europea: il traffico gratis non è neutrale
La Corte di Giustizia Europea boccia i piani tariffari che contemplano traffico gratuito per alcuni servizi: il principio è contrario alla Net Neutrality.

Una sentenza della Corte Europea di Giustizia (pdf) rischia di imporre a molti provider europei un cambiamento nelle regole con cui compongono le offerte per i propri clienti. In particolare la Corte avrebbe ravvisato un’irregolarità nel modo in cui alcuni provider promettono traffico gratuito qualora lo stesso venga fruito per particolari servizi.

Gratis, ma non neutro

La violazione sarebbe relativa ai principi della Net Neutrality. Benché possa sembrare superficialmente paradossale, la decisione della Corte ha invece basi solide ed una visione più ampia rispetto al rammarico dell’utente che si vede regalata parte del traffico. In verità, quando un provider promette che alcune fruizioni non determinano un traffico che faccia cumulo rispetto ai massimali mensili, sta di fatto creando un discrimine tra un servizio e un altro.

I provider usano questa strategia per riuscire a ricavare benefici dagli accordi commerciali in essere, ma la Net Neutrality è una cosa seria e prevede che ogni bit debba essere uguale ad un altro. Non è soltanto questione di velocità e prioritizzazione del traffico: se un bit “pesa” meno di un altro, allora ecco che il principio viene aggirato ed il mercato forzato verso direzioni non naturali.

La decisione della Corte è relativa ad una offerta Telekom Deutschland, ma inevitabilmente andrà a gravare su qualsivoglia provider a livello continentale. Anche in Italia non sono rare offerte di questo tipo, tali per cui una quota di traffico (relativa a particolari servizi di streaming audio o video, o social network, o altro ancora) risulta essere esclusa dal conteggio e quindi determinante ai fini della scelta dell’operatore. Per i provider suona probabilmente l’allarme: le prossime offerte potrebbero non più prevedere quote “gratuite” simili, se non inglobate nell’offerta secondo modalità che possano assolvere alle prescrizioni imposte dalla decisione della Corte.

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Pubblicato il
2 set 2021
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