Gli Stati non raccolgano dati indiscriminatamente

Gli Stati non raccolgano dati indiscriminatamente

La Corte di Giustizia Europea ha bocciato le leggi francese, inglese e belga per la raccolta massiva di dati nel nome della sicurezza nazionale.
Gli Stati non raccolgano dati indiscriminatamente
La Corte di Giustizia Europea ha bocciato le leggi francese, inglese e belga per la raccolta massiva di dati nel nome della sicurezza nazionale.

La Corte di Giustizia Europea ha posto un limite alla possibilità degli Stati membri di raccogliere dati sulle comunicazioni elettroniche dei propri cittadini. In particolare ad essere bocciati sono Londra, Parigi e Bruxelles, puntando il dito contro le relative normative che offrivano ampio spazio discrezionale nella raccolta dati per finalità di controllo.

Corte di Giustizia: stop a raccolte indiscriminate di dati

La Corte, insomma, rimette la privacy al proprio posto restituendole la priorità che l’Europa le riconosce. Non si intende togliere agli stati membri la relativa sovranità, ma quel che viene stabilito è un necessario bilanciamento tra diritti e principi differenti. La raccolta indiscriminata di informazioni, quindi, va inibita; per contro agli Stati membri viene riconosciuta la possibilità di agire più radicalmente nella raccolta di informazioni strategiche qualora si ravvisino problemi di potenziale pericolo per la sicurezza nazionale.

Saranno insomma gli Stati a dover dimostrare particolari condizioni di rischio, oppure la stretta necessità di intervenire su specifiche persone, mentre viene bocciata la raccolta indiscriminata di dati poiché contraria alla necessaria tutela degli individui. Anche Polizia e servizi segreti, insomma, devono avere delle limitazioni, altrimenti a rischio è il concetto stesso di democrazia.

L’Europa, da tempo paladina della privacy e baricentro della tutela dei dati personali fin dall’approvazione della GDPR, fissa il punto puntellando nuovamente il concetto di tutela dei dati come diritto inalienabile delle persone: allo Stato è riconosciuto invece il diritto di spingersi oltre quando in ballo vi sono altri tipi di diritti, altri livelli di sicurezza. Purché all’interno di un bilanciamento continuo e armonico che con questa sentenza si tenta di ristabilire.

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Pubblicato il
7 ott 2020
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