Crack palestinesi anti-Israele

Crack palestinesi anti-Israele

Virus e tools di flooding e cracking vengono diffusi sulla Rete da cracker filo-palestinesi che chiedono a chi scarica questi strumenti di utilizzarli contro tutti i siti .il, i siti israeliani
Virus e tools di flooding e cracking vengono diffusi sulla Rete da cracker filo-palestinesi che chiedono a chi scarica questi strumenti di utilizzarli contro tutti i siti .il, i siti israeliani


Web – “Giuro che non utilizzerò questi programmi contro nessuno che non sia ebreo o israeliano”: così un sito messo in piedi da crackers palestinesi accoglie i visitatori alle proprie pagine. Visitatori a cui si chiede di partecipare alla guerra telematica contro Israele e a bombardare le “installazioni israeliane” nel cyberspazio.

A disposizione di chi intende combattere vengono forniti numerosi virus, tra cui Melissa, LoveLetter e il ben più pericoloso “CIH Chernobyl”. Questi strumenti, come anche una serie di software di cracking che possono essere facilmente utilizzati da singoli, sono tutti accompagnati da spiegazioni dettagliate su come massimizzarne l’efficacia e da indicazioni su potenziali target per le azioni di “guerriglia cyber”.

A rendere nota l’esistenza del sito sono stati gli esperti della società di consulenza e sicurezza, iDefense , che affermano di monitorare la situazione. Secondo questi esperti, sarebbero già circa 90 i siti israeliani colpiti nelle ultime settimane da cracker palestinesi o comunque filo-palestinesi. Stando ad uno dei boss di iDefense, Ben Venzke, gli attacchi filo-palestinesi stanno arrivando sui server israeliani con frequenza crescente e spesso con successo: “I filo-palestinesi sono stati molto aggressivi. Invece di colpire singoli siti stanno colpendo tutti i siti il cui dominio ha estensione.il, quella israeliana”.

Va detto che da entrambe le parti le attività di cracking, in queste settimane, si sono moltiplicate anche se normalmente si limitano a colpire le home page dei siti web: solo in alcuni casi si è arrivati al blocco delle attività dei server.

Secondo iDefense uno dei tool messi a disposizione, EvilPing, sarebbe stato realizzato specificamente per questa “guerriglia telematica”. Si tratta di un tool pensato per essere utilizzato contestualmente da una quantità di utenti contro uno specifico server che finisce per crashare (“ping of death attack”). Altri tools comprendono anche QuickFire, softwarino capace di spedire a ripetizione migliaia di email ad un mail server allo scopo di farlo crashare.

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Pubblicato il
4 dic 2000
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