Crypto truffe in aumento su LinkedIn

Crypto truffe in aumento su LinkedIn

Negli ultimi mesi sono aumentate le truffe ai danni di utenti che vengono contattati su LinkedIn per investimenti fasulli in criptovalute.
Crypto truffe in aumento su LinkedIn
Negli ultimi mesi sono aumentate le truffe ai danni di utenti che vengono contattati su LinkedIn per investimenti fasulli in criptovalute.

LinkedIn non è solo il social network professionale più imitato dai cybercriminali per effettuare attacchi di phishing. Purtroppo risulta anche tra i preferiti dai truffatori. Sono infatti in aumento gli utenti che segnalano la perdita dei guadagni di una vita attraverso falsi investimenti in criptovalute. Spesso le vittime sono tratte in inganno dalla notorietà delle piattaforme, come Crypto.com.

LinkedIn scelto per le crypto truffe

Il fenomeno è stato evidenziato da un agente speciale dell’FBI durante un’intervista rilasciata a CNBC. La tattica utilizzata è semplice ed efficace allo stesso tempo. Dopo aver aperto un profilo fake su Linkedin, i truffatori iniziano a contattare vari utenti attraverso il sistema di messaggistica, consigliando investimenti in criptovalute e quindi facili guadagni. Le vittime vengono convinte ad effettuare un investimento su note piattaforme. Dopo aver ottenuto la loro fiducia, i cybercriminali chiedono di spostare la somma su un altro sito. Ovviamente i soldi spariscono nel nulla.

CNBC riporta alcune testimonianze. Una vittima è stata contattata da un presunto manager di un’azienda che le ha consigliato di investire 400 dollari tramite Crypto.com. Successivamente ha incrementato la somma e spostato il denaro su un sito gestito dal truffatore, perdendo tutto (quasi 290.000 dollari).

LinkedIn ha pubblicato un post sul blog ufficiale per confermare un incremento delle attività fraudolente negli ultimi mesi. L’azienda californiana, acquisita da Microsoft nel 2016, utilizza l’intelligenza artificiale e un team di esperti per individuare gli account fasulli e i tentativi di truffa (le percentuali sono 96% e 99,1%, rispettivamente). Purtroppo, come dimostrano i casi recenti, i truffatori riescono lo stesso ad ingannare gli utenti.

Fonte: CNBC
Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 20 giu 2022
Link copiato negli appunti