Le autorità di 19 paesi, coordinate da Europol, hanno individuato e arrestato 25 persone appartenenti ad un gruppo che distribuiva online immagini di minori generati dall’intelligenza artificiale. La cosiddetta Operation Cumberland è il primo caso che riguarda materiale con abusi sessuali sui minori (CSAM). L’indagine è ancora in corso e sono previsti altri arresti nelle prossime settimane.
Manca ancora una legge europea
All’operazione globale partecipano le forze di polizia di Australia, Austria, Belgio, Bosnia e Erzegovina, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Islanda, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito.
Il principale sospettato, un uomo di nazionalità danese arrestato a novembre 2024, gestiva una piattaforma online per la distribuzione delle immagini generate con l’intelligenza artificiale. Dopo aver pagato una cifra simbolica, gli utenti potevano ricevere una password e accedere alle immagini.
Lo scorso 26 febbraio sono state arrestate altre 24 persone e individuati 273 sospettati. Durante le perquisizioni eseguite in 33 abitazioni sono stati sequestrati 173 dispositivi elettronici. Europol sottolinea le difficoltà incontrate nel corso dell’operazione perché manca una legge per il contrasto di questo tipo di crimini. Una proposta della Commissione europea deve essere ancora approvata da Consiglio e Parlamento.
Lo sfruttamento sessuale dei minori online è uno dei cybercrimini più diffusi in Europa. Grazie ai modelli AI disponibili a tutti è possibile creare immagini o modificare quelle esistenti. Ciò complica l’identificazione delle reali vittime. Anche se le immagini sono completamente artificiali (non raffigurano vittime reali), come nel caso della Operation Cumberland, i CSAM (Child Sexual Abuse Material) contribuiscono ugualmente all’oggettivazione e alla sessualizzazione dei bambini.