Davos: silenzio, parla Gates

Davos: silenzio, parla Gates

Al forum internazionale il boss Microsoft escude ogni ipotesi di smembramento dell'azienda, spiega la posizione dell'azienda su AOL e rilancia la sua fondazione per la salute nel mondo
Al forum internazionale il boss Microsoft escude ogni ipotesi di smembramento dell'azienda, spiega la posizione dell'azienda su AOL e rilancia la sua fondazione per la salute nel mondo


Davos (Svizzera) – Ieri è stato il giorno di Bill Gates al forum economico internazionale svizzero. Il boss di Microsoft ha tenuto banco affrontando in un incontro separato dall’aula dei lavori alcuni dei tempi più caldi del momento e rilanciando il lavoro della sua fondazione.

In particolare Gates ha voluto sottolineare che qualsiasi ipotesi di smembramento della Microsoft “non fa parte dei negoziati in corso”. Il chief software architect di Microsoft si riferiva alle traballanti trattative ancora in corso tra la sua azienda e l’accusa nel procedimento antitrust in cui Microsoft è coinvolta.

“Qualora la mediazione dovesse fallire, ha detto Gates, allora questo processo sarà seguito da molti anni di battaglie legali”. Gates ha voluto così ribadire la “linea dura” dell’azienda nell’affermare la propria innocenza rispetto alle accuse formulate in questi mesi.

Non solo, Gates ha anche spiegato che lo smembramento dell’azienda è improponibile perché impedirebbe alla softwarehouse di compiere i necessari investimenti nello sviluppo. Uno sviluppo “che non avrebbe potuto portare”, in una situazione del genere, a Windows2000, il sistema operativo di rete dell’azienda che presto sarà lanciato e che secondo Gates “rappresenta il più impegnativo progetto di sviluppo software mai intrapreso sul pianeta”.

Riferendosi al suo nuovo ruolo, quello di boss del software in Microsoft, Gates ha poi affermato che “ora sono sicuro che il mio nuovo lavoro come capo dello sviluppo del software è il migliore”.


Gates ha approfittato dell’incontro a Davos anche per spiegare che tra Microsoft e America Online corrono grandi differenze e che la sua azienda non ha intenzione di compiere operazioni come quella che ha legato AOL al colosso dell’intrattenimento e dell’informazione Time Warner.

Secono Gates, Microsoft deve rimanere un’azienda dedicata al software: “la strategia che la mia azienda sta portando avanti è una strategia ben diversa. Credo che ci sia spazio per una società il cui obiettivo sia quello di produrre software. La nostra strategia è quella di rimanere fedeli alle nostre origini”.

Il boss Microsoft ha anche spiegato di ritenere l’operazione di AOL “una cosa fantastica” e di aver vissuto queste settimane con le pressioni degli analisti che inseguivano possibili accordi tra la sua azienda e altri colossi, come AT&T o Yahoo: “certamente ci interessa creare delle partnership con tutte queste aziende, ma quando si arriva al lavoro di ogni giorno e ci si ragiona allora devo ammettere che sì, amiamo occuparci di tecnologia”. Come a dire dunque che media e telecomunicazioni interessano ma fino ad un certo punto.


Nelle stesse ore in cui Gates parlava a Davos, si è saputo che la sua Fondazione, considerata quella che spende di più per le proprie attività filantropiche, ha annunciato una donazione di ulteriori 750 milioni di dollari all’iniziativa internazionale che vuole portare ai bambini dei paesi in via di sviluppo i vaccini contro alcune delle malattie più devastanti in certe regioni del mondo.

A questo proposito Gates ha affermato che “aziende, governi e filantropi dovrebbero lavorare assieme per fornire vaccini in grado di salvare molte vite, vaccini che noi siamo abituati a considerare un diritto acquisito. Ogni bambino nel mondo merita di accedere a questo strumento sanitario e milioni di vite possono essere salvate. Possiamo e dobbiamo lavorare insieme per questo”.

Va detto che la Bill and Melinda Gates Foundation negli ultimi cinque anni ha versato una cifra equivalente, 750 milioni di dollari, per creare il Fondo internazionale dei vaccini per i bambini. In particolare il Fondo lavora per contrastare la diffusione dell’Epatite B, la febbre gialla e un tipo di influenza che conduce a meningite e polmonite. Ogni anno le cifre del Fondo indicano che per mancanza di vaccini muoiono tre milioni di bambini.

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Pubblicato il
1 feb 2000
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