Daydream, Google taglia il nastro dello store

Daydream, Google taglia il nastro dello store

Inaugurato il marketplace per le app in realtà virtuale. Mountain View fa sul serio, anche con il reclutamento degli esperti dalle file altrui
Inaugurato il marketplace per le app in realtà virtuale. Mountain View fa sul serio, anche con il reclutamento degli esperti dalle file altrui

Milano – Ora tutti possono creare e pubblicare app VR per la piattaforma Daydream di Google: Mountain View ha aperto le porte del suo marketplace Play a chiunque , dopo alcuni mesi di sperimentazione con accesso limitato a partner selezionati. Non resta che seguire le linee guida illustrate da Google stessa, e lanciarsi in questo settore che ora potrebbe andare incontro a una vera svolta.

Big G aveva promesso questa apertura nel 2017, e ha mantenuto la parola data: questa novità consacra la piattaforma di Mountain View come una delle potenziali migliori candidate a fare da protagonista nel campo della realtà virtuale, grazie soprattutto alla presenza pervasiva degli smartphone nella vita degli utenti . Daydream non è potente o flessibile come sistemi avanzati come Oculus Rift e HTC Vive, ma il suo prezzo di ingresso è decisamente più contenuto: il telefono lo abbiamo già tutti in tasca, è già dotato di sensori e di accesso a Internet (con marketplace), e il visore ha un prezzo decisamente più contenuto.

Per poter avere accesso alla sezione specifica per la realtà virtuale di Play, anche attraverso l’interfaccia Daydream, gli sviluppatori devono accettare di sottoscrivere una sezione apposita della licenza creata da Google per consentire all’azienda di valutare nel dettaglio il contenuto e il funzionamento dell’app alla ricerca di eventuali infrazioni rispetto alle regole. Si tratta di un piccolo passo in più che, in un quadro generale, non dovrebbe costituire un ostacolo particolare. Chi ha già ottenuto un buon successo altrove pare non vedere l’ora di approfittare della possibilità.

Google quindi fa sul serio, e rispetto alla concorrenza ha una carta in più da giocare: sviluppare un’app VR per Daydream richiede competenze simili a quelle necessarie per un Andorid a due dimensioni, il marketplace Play è già popolarissimo e presente su ogni smartphone (anche se la stragrande maggioranza degli Android non è ancora un prodotto compatibile con Daydream), e questo basta per partire con un vantaggio. Se poi Google si mette pure a reclutare tra le fila della concorrenza, la faccenda diventa davvero complicata per chi non ha la sede a Mountain View.

È successo per esempio nel caso del VP design di HTC, colui che ha guidato grossa parte del progetto Vive, che è appena passato alla concorrenza : Claude Zellweger è ora membro attivo del progetto Daydream , un bello smacco per l’azienda di Taiwan che si vede soffiare un personaggio chiave di uno dei suoi prodotti più importanti. Con il passaggio di Hugo Barra da Xiaomi a Facebook, anch’egli per occuparsi di realtà virtuale, appare chiaro che questo settore sta molto a cuore a tante aziende: se sarà o meno un assett fondamentale del futuro, lo si vedrà col tempo.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
27 gen 2017
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