Donald Trump ha firmato ordini esecutivi che introducono dazi aggiuntivi ai beni importati negli Stati Uniti da Cina, Canada e Messico. Quelli per Canada e Messico sono stati temporaneamente sospesi per 30 giorni, mentre quelli per la Cina sono in vigore da oggi. Finora però nessuna Big Tech ha rilasciato un commento ufficiale, mentre il governo cinese ha avviato un’indagine antitrust nei confronti di Google.
Le Big Tech sono dalla parte di Trump?
Il Presidente degli Stati Uniti ha imposto un dazio del 25% sui beni importati da Canada e Messico. Per entrambi i paesi è stata sospesa l’applicazione per un mese. Il Primo Ministro del Canada ha promesso di investire 1,3 miliardi di dollari per proteggere il confine con gli Stati Uniti e impedire l’ingresso di fentanyl, mentre la Presidente del Messico ha promesso di schierare 10.000 militari al confine per bloccare l’ingresso di droghe e immigrati clandestini.
Nessuno “sconto” invece per la Cina. Da oggi è in vigore il dazio del 10% sulle importazioni. Questi costi aggiuntivi saranno (teoricamente) a carico delle Big Tech che producono in Cina e vendono negli Stati Uniti. The Verge ha contattato Apple, Google, Meta, Microsoft, Nintendo, Samsung e Sony, ma non ha ricevuto nessuna risposta. NVIDIA non ha invece voluto rilasciare commenti.
Una delle più colpite sarà Apple, in quanto i suoi prodotti vengono realizzati quasi completamente nelle fabbriche cinesi. Il CEO dell’Information Technology Industry Council, associazione che rappresenta le aziende tech, ha invitato l’amministrazione Trump ad avviare dialoghi costruttivi con i governi stranieri per evitare restrizioni commerciali che possono indebolire l’economia nordamericana e a revocare i dazi quando i risultati saranno raggiunti.
Dopo aver avviato un procedimento legale al WTO, la Cina ha introdotto dazi aggiuntivi sui beni importati dagli Stati Uniti (15% su carbone e gas naturale, 10% su petrolio greggio, attrezzature agricole, automobili e pick-up). Ha inoltre annunciato restrizioni sulle esportazioni di alcuni minerali per salvaguardare gli interessi della sicurezza nazionale (tungsteno, tellurio, rutenio, molibdeno e rutenio). È stata infine avviata un’indagine antitrust nei confronti di Google per presunte pratiche monopolistiche nel mercato dei sistemi operativi mobile.
Il Premier dell’Ontario aveva annunciato la cancellazione di un contratto da 100 milioni di dollari canadesi sottoscritto con SpaceX per l’uso di Starlink, in quanto Elon Musk è un membro del team di Trump che “vuole distruggere famiglie e aziende“. In seguito alla sospensione dei dazi, il contratto non è stato più cancellato.